Così ho fermato i talebani

Fabrizio Ferrandelli, capo dell'opposizione a Palazzo delle Aquile, ha mobilitato gli esercenti contro l'ordinanza del sindaco

L’esperimento della Ztl notturna, a Palermo, è stato sospeso a un passo dal gong. Il presidente della prima sezione del Tar ha riconosciuto i motivi di “estrema gravità e urgenza” dei ricorrenti, mandando gambe all’aria un provvedimento “imposto” dalla giunta Orlando alla città. Imposto perché, come ha spiegato a più riprese il leader dell’opposizione Fabrizio Ferrandelli, l’assessore alla Viabilità, Giusto Catania, e il sindaco hanno rifiutato un confronto aperto con le categorie – gli esercenti in questo caso – ma non sono riusciti a prevalere sulla parte più battagliera del Consiglio comunale, che l’8 gennaio scorso, a un passo dall’entrata in vigore dell’ordinanza (prevista per il 10), ha fatto ostruzionismo e costretto Orlando a sospendere tutto e rinviare al 31 gennaio. Ma anche stavolta è andata male.

“La revoca della prima ordinanza a seguito degli emendamenti che hanno bloccato l’atto di indirizzo presentato in consiglio, secondo me, è stata il presupposto della sospensiva – spiega Ferrandelli, consigliere comunale di +Europa -. Il ricorso presentato dall’avvocato Dagnino è basato sull’assenza di strumenti di pianificazione e regolamentazione, che sono competenza del Consiglio comunale. Se non ci fossimo opposti in aula, sarebbe venuta meno la robustezza di alcune argomentazioni. Ma una cosa è lampante: il Tar ha appurato la fondatezza delle ragioni dei ricorrenti. Non è una battaglia politica, ma di civiltà”.

I toni da stadio, però, sanno tanto di battaglia politica.

“La sconfitta è politica. Quest’ordinanza è stata fatta già tre volte, ma non è ancora entrata in vigore. Questo dovrebbe essere molto preoccupante per il sindaco, soprattutto se a capitanare la rivolta non è solo una parte politica, ma la più grande associazione di categoria del tessuto economico della città, cui è stato negato un confronto. La Confcommercio, in passato, ha dato credito ed è stata generosa con l’Amministrazione. Ma di fronte a un provvedimento che riguarda centinaia di attività non puoi tagliarla fuori in questo modo. Al di là dell’esito del ricorso, il primo dato è il fallimento politico”.

Sta dicendo che Orlando e la sua giunta hanno smesso di dialogare con la città?

“Sì, fatta eccezione per una élite di radical chic a cui non va il mio rispetto e la mia attenzione. In virtù di pochi si è sempre penalizzato i molti”.

Qual è stato il suo ruolo?

“Offrire supporto logistico, condividere le motivazioni e lo spirito del ricorso”.

Orlando, fin qui, ha sempre dimostrato coerenza. Anche dopo aver revocato la prima ordinanza, ha abbandonato Sala delle Lapidi spiegando che redigere il nuovo strumento del traffico fosse di competenza della giunta e non del Consiglio.

“E’ nello stile e nell’arroganza del soggetto. Ma io conosco le leggi e i regolamenti d’aula e li impiego secondo la mia linea politica. Il fatto – glielo ripeto – è un altro: qui non siamo di fronte a un manipolo di ideologici “no ztl” che si contrappongono a un sindaco illuminato. Non c’è uno scontro politico-ideologico alla base. Ma una chiusura al confronto e al dialogo da parte delle istituzioni. Un atteggiamento che ci riporta alla dittatura. Il Consiglio comunale non ha mai detto “no” a prescindere, ma aveva chiesto un confronto sugli strumenti di pianificazione e di rendere più flessibili modalità e orari del provvedimento. Se spostiamo alle 24 l’entrata in vigore della Ztl non neghiamo il diritto al sonno, ma al contempo diamo la possibilità a chi è fuori di concludere cena e aperitivi, rendendo più vivo il tessuto cittadino. Ma mi faccia aggiungere una cosa…”.

Prego.

“Ogni regolamento restrittivo – ed è questa la forza della nostra posizione – non può non essere seguito un piano alternativo di mobilità, che offra un bilanciamento in termini di servizi. Qui sono andati di corsa senza garantire un vero piano parcheggi – non mi si venga a dire che quello della stazione centrale, con meno di 150 posti, sia la soluzione – né una convenzione con i taxi. L’assessore Catania aveva addirittura delineato le tariffe, ma io ho parlato coi presidenti delle associazioni, che mi hanno negato l’esistenza di qualunque convenzione. Un’ordinanza del genere ha bisogno di una grande campagna di comunicazione e informazione, che è il presupposto legale per disarticolare eventuali ricorrenti che dovessero incappare nelle sanzioni. Invece la segnaletica è illeggibile e non rispetta i requisiti del Codice della Strada, le telecamere ai varchi non funzionano, non esiste nulla… Avrebbero aumentato la frequenza della linea 101, che però copre solo una sezione dell’area coinvolta dal provvedimento”.

Va bene tutto, ma non crede che serva introdurre a Palermo una forma di mobilità sostenibile?

“Vede, il presupposto è sbagliato. Se vuoi frenare la movida, non utilizzi un provvedimento di limitazione del traffico, ma uno strumento di disciplina, di sicurezza e rispetto delle regole. Altrimenti lo scopo diventa un altro”.

Catania, rivolgendosi all’impugnativa di Confcommercio nei confronti dell’ordinanza, ha usato un’espressione forte: “Ogni volta che si parla di mobilità sostenibile mettono mano alla pistola”. Commenti?

“In questo modo esasperi i rapporti. Come fai a usare una metafora del genere verso chi rappresenta il tessuto migliore della città, non certo quello parassita, ma quello che produce? E’ il sintomo di un delirio comunicativo e di una confusione amministrativa che ti fa perdere lucidità anche nel relazionarti con gli altri. Di fronte a interlocutori che non sono capaci di gestire i rapporti istituzionali, credo si debba valutare l’ipotesi di una rimozione”.

Lei ha presentato una mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore alla Viabilità. E adesso anche Italia Viva registra un forte logorio nei rapporti con Catania. Crede che questa vicenda della Ztl possa segnare uno smottamento nella maggioranza?

“La mia mozione è sempre a disposizione dei colleghi. Ma quelli della maggioranza, oltre a fare dichiarazioni, dovrebbero essere consequenziali una volta tanto… Troppe volte li ho visti fingere e poi ricompattarsi. Non credo che l’Amministrazione possa cadere per una Ztl. Ma sarebbe un bene che si chiarissero al loro interno – perché di fibrillazione ne hanno parecchie – e provvedessero a una rimodulazione della giunta. Per Catania andrebbe bene anche un cambio di delega, anche se io lo preferirei a casa sua. Proverò a far votare quella mozione, ma non so se avrò i numeri per farla passare. Catania resta l’ispiratore politico di questo disastro, è lui che ha costruito l’insuccesso. Avrebbe potuto portare il piano generale del traffico urbano in Consiglio comunale, discutere del piano delle pedonalizzazioni, invece niente…Ha solo intimato ai suoi uffici di emettere un’ordinanza a pochi giorni dal confronto in Consiglio comunale. Ma gli è andata male”.

Domani al Tar ci sarà un contradditorio con l’Amministrazione comunale e la Confcommercio. I giudici potrebbero anche scongelare l’ordinanza. Faccia un pronostico di come andrà.

“E’ un ambito nel quale non mi addentro per rispetto di chi dovrà decidere, e deve poterlo fare in serenità e senza condizionamenti esterni. Il fatto che si sia giunti alla sospensiva “inaudita altera parte”, cioè senza dover ascoltare i motivi dell’Amministrazione, rivela come le motivazioni dei ricorrenti fossero davvero urgenti e consistenti. E’ bello quando un’istituzione reagisce con tempestività, è un segnale incoraggiante anche per il cittadino”.

Non è che questa vicenda della Ztl costituisce, sia per voi dell’opposizione che per l’Amministrazione, un potente mezzo di distrazione di massa? Palermo ha parecchi problemi.

“Impediremo che per il sindaco e la sua squadra sia così. Per noi non lo è affatto. Mentre preparavo la mobilitazione del ricorso, non ho tralasciato le questioni relative ai rifiuti, al Bilancio. Abbiamo portato in aula il ragioniere generale per la questione dei tributi, abbiamo discusso coi revisori della tenuta dei conti. Abbiamo fatto un dibattito molto acceso sulla Rap e sugli undici milioni che la Regione non ha ancora garantito per il ritardo dei lavori alla discarica di Bellolampo. Ci siamo occupati dell’Amat, l’azienda dei trasporti, che è sotto piano di risanamento. Mi sembra che l’opposizione sia sempre molto attenta alle questioni dei palermitani. E la settimana prossima è stata convocata l’aula per approfondire il dibattito sui dehors: anche in quel caso bisogna dare delle risposte a un pezzo di città che si è mobilitata. Non si può più scappare”.

Paolo Mandarà :Giovane siciliano di ampie speranze

Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie