Nino Di Matteo viene eletto, ma la destra di Magistratura Indipendente si prende il primato nelle elezioni del Csm in cui 18 pubblici ministeri si giocavano la sostituzione di due dimissionari spazzati via dal caso Palamara. Ad aver preso più voti è Nino D’Amato (1.460), il procuratore aggiunto di Santa Maria Capua a Vetere, ex pm di Palmi. Alle sue spalle, con 1.184 preferenze è risultato Di Matteo, il pm antimafia noto per il processo sulla Trattativa. Il presidente dell’Anm di Palermo, sebbene si dichiari autonomo, è considerato in stretta sintonia con la corrente di Piercamillo Davigo. Hanno votato 6.799 magistrati su 9 mila aventi diritto. Il terzo ad aver ottenuto più voti è il napoletano Francesco De Falco, protagonista dell’indagine sulla paranza dei bambini. D’Amato ha condotto la campagna elettorale all’insegna della battuta “io non sono il candidato di Cosimo Maria Ferri”, l’ex leader di Magistratura Indipendente, divenuto deputato con Renzi e ora passato con l’ex premier in Italia Viva. Di Matteo non ha sfondato come nelle aspettative, ma la corrente di Davigo – Autonomia e indipendenza – arriva a 5 consiglieri togati su 16 e avrà voce in capitolo in vista di importanti nomine, come quelle del procuratore generale della Cassazione e del capo della procura di Roma.