Il click-day del Bonus Sicilia, temutissimo alla vigilia, è stato rinviato a giovedì per un problema che gli uffici di Palazzo d’Orléans addebitano a Telecom. Questa mattina alle 9 il sito messo a disposizione dall’assessorato alle Attività produttive risultava irraggiungibile. “Lo spostamento, deciso nella notte, è dovuto a “un’anomalia della piattaforma in gestione Tim”, così come la stessa società fornitrice del servizio scrive in una nota diretta alla Regione Siciliana e nella quale chiede “la sospensione della procedura con riattivazione a 72 ore”. Lo dichiarano i dirigenti generali dell’Arit e delle Attività produttive della Regione Siciliana, Vincenzo Falgares e Carmelo Frittitta.

L’assessore alle Attività produttive Mimmo Turano si dice “rammaricato del disguido tecnico comunicato dalla Tim e si scusa con le imprese interessate. La Regione è cliente e non erogatrice di servizi”. Migliaia di aziende, questa mattina, avevano provato a collegarsi al portale siciliapei.regione.sicilia.it per accedere al beneficio riservato alle imprese danneggiate dal lockdown. I prestiti a fondo perduto variano da 5 a 35 mila euro. Ma l’attesa, anche stavolta, si protrarrà. Come nel caso della cassa integrazione in deroga. I tempi biblici e le decine di migliaia di lavoratori rimasti senza un euro, qualche mese addietro, avevano spinto l’allora dirigente generale del dipartimento Lavoro, Giovanni Vindigni, a rassegnare le proprie dimissioni e Musumeci, assieme all’assessore al Lavoro, Antonio Scavone, a prendersi la propria quota di responsabilità. Stavolta, però, la Regione sembra voler prevenire esiti nefasti, addossando tutta la colpa al fornitore.

La conferma arriva anche dal governatore, che dopo aver contato fino a dieci, è entrato a gamba tesa sul gestore: “Ho dato mandato all’Ufficio legale della Regione di verificare se esistono le condizioni per procedere con la rescissione del contratto nei confronti della Tim Spa e con la richiesta di risarcimento danni. Si tratta – continua Musumeci – di un danno di immagine della stessa azienda e nei confronti dell’amministrazione regionale, ma soprattutto per le decine di migliaia di imprese che, costrette a fermarsi in piena pandemia, dovranno attendere ancora per ottenere le risorse stanziate dal mio governo. Ho già chiesto una relazione dettagliata sull’accaduto ai dirigenti generali regionali dell’Arit e delle Attività produttive, anche per accertare eventuali responsabilità interne. Chi ha sbagliato è giusto che paghi. Nel frattempo, spero che la Tim Spa voglia scusarsi con il suo cliente Regione anche se si è già assunta la responsabilità dell’anomalia riscontrata, in nottata, sulla piattaforma”.

Alla piattaforma informatica SiciliaPEI sono giunte 56 mila domande di adesione al Bonus Sicilia, l’unica misura della Finanziaria Covid adottata dalla Regione Siciliana a cinque mesi dall’approvazione della Legge di Stabilità. Per soddisfarle tutte servirebbero 675 milioni di euro, ma ce ne sono a disposizione soltanto 128,5. Che verranno assegnati, non più oggi ma giovedì, con il “click day”. Tradotto: chi prima arriva meglio alloggia. E’ un sistema che in passato ha regalato parecchie fregature (soprattutto nell’epoca di Crocetta) e anche in questa occasione è stato accolto con la necessaria diffidenza. Nei giorni scorsi la piattaforma informatica sembra aver superato il primo stress test. Proprio ieri, infatti, i tecnici dell’Arit e dell’assessorato alle Attività produttive, hanno confermato che “il fornitore Tim “non ha ravvisato, ad ora, alcuna anomalia infrastrutturale e di piattaforma che possa avere provocato una condivisione di dati aziendali a soggetti diversi da quelli automaticamente identificati mediante Spid” e alle informazioni ereditate tramite il Sistema informativo del registro imprese. Non risultano inoltre “tentativi esterni di porre in essere attività informatiche fraudolente che possano avere determinato un caso di data breach”.

Il “data breach”, come ha fatto rilevare in una nota il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Giorgio Pasqua, è “una violazione di sicurezza che comporta, accidentalmente o in modo illecito, la distruzione, la perdita, la modifica, la divulgazione non autorizzata o l’accesso ai dati personali trasmessi, conservati o comunque trattati. Una violazione dei dati personali che può compromettere la riservatezza, l’integrità o la disponibilità di dati personali”. Ma la Regione non ha notato alcuna anomalia. Come quelle che, invece, potrebbero sorgere a causa del gap digitale fra le varie aree della Sicilia: per ricevere le somme, infatti, partono in pole position le aziende che hanno un collegamento internet stabile e veloce rispetto, magari, a quelle dell’entroterra e delle zone montuose. Non mancheranno gli scontenti. Nei giorni è aumentato il pressing sull’assessore Turano per avviare un altro bando delle simili proporzioni: rivolto cioè alla microimprese con meno di dieci dipendenti e un fatturato annuo inferiore a due milioni. Ma l’assessore ha risposto con realismo: serve un altro passaggio parlamentare. E magari una variazione di Bilancio. Perché di soldi davvero non se ne vedono.

Il Movimento 5 Stelle: è stato un crack day

“Altro che click day, è stato crack day: Il governo regionale è presuntuoso e incompetente. Turano e tutti i responsabili di questa genialata devono andare a casa con grande vergogna e non farsi più vedere dai siciliani. Abbiamo avvisato ogni giorno il governo Musumeci che la modalità di assegnazione dei fondi alle imprese colpite dalla crisi derivante dalla pandemia sarebbe stato un flop e così è stato. Solidarietà massima alle aziende”. A dichiararlo sono i deputati regionali del Movimento 5 Stelle a proposito del flop del click day predisposto dalla Regione Siciliana per l’erogazione del bonus di ristoro alle imprese colpite da crisi derivante dalla pandemia. I deputati Cinque Stelle avevano denunciato questa possibilità già ad agosto con interventi in aula a Palazzo dei Normanni, atti parlamentari e richieste di audizione in commissione attività produttive all’Ars.

“Proprio ieri – spiega il capogruppo Giorgio Pasqua – avevamo reso noto come le domande caricate sul portale della Regione Siciliana dalle imprese risultavano mescolate con dati di altre aziende. Il sistema era in sostanza andato in crash ancora prima del click day. Oggi l’epilogo di un disastro annunciato con il sito in tilt e le aziende inferocite”. “Non esiste volta – diceva Luigi Sunseri a Sala D’Ercole – in cui la Regione Siciliana non abbia fallito sul click day. Anche questa volta metteremo a rischio 130 milioni di euro destinati alle imprese attraverso una modalità che di fatto non mette le imprese sullo stesso piano. L’impresa collegata con la rete internet dotata di fibra non può matematicamente avere le stesse possibilità delle imprese che cliccano dalle Madonie o dai Nebrodi con connessione decisamente più lenta”.

Mercoledì 7 ottobre la Commissione Attività produttive avrà in audizione l’assessore Turano proprio su richiesta delle deputate Cinquestelle Jose Marano, Ketty Damante e Valentina Zafarana. “Già il fatto di avere la possibilità di parlare con l’assessore Turano a cose fatte- spiegano le deputate – la dice lunga sulla supponenza di questo governo regionale, ma siccome è stato un flop e la Regione si è vista costretta a rinviare ad altra data questo benedetto click day, chiederemo all’assessore, tra le altre cose, conto di quanto è costata questa procedura alle tasche dei contribuenti siciliani ed ovviamente degli imprenditori”.

Lupo (Pd): governo di dilettanti allo sbaraglio

“Il click day si dimostra oggi il fallimento annunciato dal PD e da tutte le associazioni d’impresa, colpevolmente ignorato dall’assessore Turano e dal presidente Musumeci. Un governo di dilettanti allo sbaraglio, che dovrebbe dimettersi subito, che sta massacrando le attività produttive”. Lo ha scritto Giuseppe Lupo, capogruppo del Pd all’Ars. “Non sappiamo se ridere o piangere – gli ha fatto eco Antonello Cracolici -. Dopo i proclami, all’ora X il sistema del click day è saltato per aria. Si scopre che ci sono problemi tecnici. Si rinvia a giovedi? Un’altra dimostrazione della incapacità del sistema regione. È venuto il tempo che il governo esca dalla bolla della propaganda e faccia un bagno di umiltà ammettendo che non riesce a governare”.

Fava: la colpa è della collera degli dei?

“Le scuse accampate e le rassicurazioni fornite dall’assessorato regionale alle attività produttive sono prive di fondamento: il sistema del click day scelto per l’assegnazione delle somme del bonus Sicilia alla piccola e media impresa si conferma una lotteria”. Lo afferma Claudio Fava, che ricorda come “solo una richiesta su cinque otterrà risposta positiva, confermando che la sopravvivenza di migliaia di aziende dipenderà dal caso e dalla velocità di connessione”. Per il presidente dell’antimafia, “a tutto questo si aggiunge la beffa di una piattaforma già in crash dopo pochi minuti, tanto da dover rinviare a giovedì l’avvio della procedura. Altri giorni di ritardo, in attesa che il governo regionale trovi, come sempre, nuovi capri espiatori: il destino, la collera degli dei, l’anno bisestile…”. “Esattamente com’è avvenuto per la cassa integrazione in deroga, per i ritardi nelle erogazione dei fondi ai comuni per l’assistenza ai soggetti deboli, per il sistema dei controlli e della prevenzione, per i fondi per il turismo – prosegue Fava – per Musumeci e i suoi assessori, la colpa è sempre degli altri. Per i siciliani, no. Assessore Turano e presidente Musumeci, un passo indietro per favore”.

Albanese (Sicindustria): era un flop annunciato

“Il giorno del click day è arrivato e, come purtroppo temevamo, è stato subito un flop. Da settimane Sicindustria manifesta tutte le perplessità circa il metodo e i requisiti di accesso di uno strumento che ha già manifestato tutta la propria inadeguatezza. Oggi la conferma di un flop annunciato e il rinvio alle ore 9 di giovedì 8 ottobre. “In Sicilia – denuncia il vicepresidente vicario di Sicindustria, Alessandro Albanese – il sistema del click day è diventato per gli imprenditori un vero e proprio calvario. Anzi peggio. Sicindustria continua pertanto a ribadire la necessità di una maggiore efficienza ed efficacia nei processi di assegnazione delle risorse pubbliche e una valutazione dei progetti da finanziare non sulla base di un sistema troppo spesso malfunzionante e basato solo sulla rapidità di un click, ma su criteri di ammissibilità e selezione oggettivi per progetti produttivi capaci di generare ricchezza”.