“Miccichè può provare con tutte le alchimie del mondo, e uscire dal cilindro tutte le donne che vuole, ma lo sfratto sta diventando esecutivo. Per Musumeci non ha più senso sprecare parole: ci hanno già pensato Ficarra e Picone”. Lo ha detto Cateno De Luca, leader di Sicilia Vera, che oggi a Palazzo dei Normanni ha presentato il nuovo partito autonomista ‘Sud chiama Nord’, che sancisce il ticket con Dino Giarrusso (ex M5s) alle prossime elezioni Regionali. De Luca, nel corso della conferenza stampa, ha dato qualche anticipazione su quello che avverrà nei prossimi giorni nel centrodestra: “Fra domani e dopo domani ci saranno degli incontri definitivi e verrà fuori un nome da Fratelli d’Italia. So qual è, ma non ve l’anticipo”. “Noi – ha aggiunto De Luca – non partecipiamo a riti e sedute spiritiche. Andiamo avanti senza se e senza ma”. E su Musumeci ha aggiunto: “Ormai si è affidato alla ‘Formula 3’, che non è una macchina, ma tre seggi: uno per lui, uno per Razza e uno per il suo segretario particolare”.

“Noi siamo veri, gli altri si fanno i sondaggi in provetta – prosegue l’ex sindaco di Messina -. Noi trasformeremo le elezioni Regionali in elezioni Amministrative. Faremo tante liste fin quando avremo la disponibilità dei siciliani a candidarsi”. Il modello adottato è quello delle liste di testimonianza, già viste a Messina. “Abbiamo avuto liste a cavallo dell’1%, ma alla fine hanno fatto la differenza, perché ci hanno permesso di vincere al primo turno. Accadrà la stessa cosa alla Regione”, dove un paio di liste forti “sono quasi chiuse”. La prima è quella del presidente: si chiama ‘De Luca sindaco di Sicilia’; l’altro simbolo è quello di Sicilia Vera, con il richiamo a Rinascimento, il movimento di Vittorio Sgarbi. “Ma ne chiuderemo almeno altre quattro”, si lascia scappare De Luca.

Che poi fa un altra previsione: “Il 70% dei deputati di questo parlamento non sarà rieletto. Compreso Miccichè”. “Ben 16 parlamentari uscenti ci hanno chiesto di aderire, fanno parte di tutto l’arco costituzionale, ma noi non candideremo alcun deputato uscente perché non vogliamo ‘poltronari’”, ha detto ancora De Luca. “Ognuno ritornerà a fare un mestiere, sempre che l’abbiano ancora, altrimenti crescerà il numero dei disoccupati. Anzi, pensando a qualcosa di simile al reddito di cittadinanza, lancio la proposta affinché in questo scorcio di legislatura il Parlamento regionale pensi a qualche forma di cassa integrazione per i deputati che non saranno rieletti. Secondo me passerebbe all’unanimità”. L’obiettivo, invece, è fare in modo che a Sala d’Ercole siedano almeno dieci sindaci: “Questo parlamento di banda bassotti ha ridotto il fondo autonomie locali da 1,2 miliardi a 310 milioni, ultimo dato aggiornato”.

Nell’aula consiliare di Fiumedinisi, sabato pomeriggio, è stato istituito il nuovo partito autonomista che mette insieme le esperienze di De Luca e Giarrusso. La nuova creatura nasce dalla stipula “di un patto notarile che comprende anche un accordo per le elezioni regionali di novembre. Il nostro movimento politico, ispirandosi ai principi autonomistici e federativi dei territori, vuole definire ed attuare un concreto patto di solidarietà fra il Sud e il Nord del paese, integrando un nuovo quadro di politiche nazionali ed europee finalizzate ad eliminare le sperequazioni sociali economiche ed infrastrutturali tra il meridione ed il resto dei territori europei che non rendono competitivo il “Sistema Italia”, con un occhio di particolare attenzione alla sicurezza, alla legalità, al creare un clima ideale per cittadini e imprese”.