De Luca: accuse a Cuffaro e al parentado

Il sindaco di Messina Cateno De Luca è in campo per le prossime Regionali. "Ma non prendo ordini da nessuno"

Il leader di Sicilia Vera e candidato alla presidenza della Regione siciliana, Cateno De Luca, è arrivato ieri a Palermo dopo dieci giorni di cammino – iniziato all’alba del 20 luglio da Fiumedinisi – che lo ha portato a percorrere oltre 400 km, di cui più della metà a piedi (il resto in bici). Oltre 50 i comuni visitati con numerose tappe intermedie. Ieri la visita a Brancaccio che “rappresenta un valore e una scelta di vita. Il nostro ingresso a Palermo passa attraverso Brancaccio perché è arrivato il momento di fare tutto alla luce del sole. Per noi è uno stile di vita. Mentre infatti c’è chi si riunisce in segrete stanze, noi siamo qui alla luce del sole, vi guardiamo in faccia, vi sfidiamo. Stiamo lavorando per cambiare la Sicilia e il rapporto tra i palazzi e il popolo”.

Nel corso del cammino De Luca ha presentato i 10 “comandamenti” programmatici. “Si tratta di dieci pilastri, gli elementi valoriali che stanno alla base del nostro impegno, del nostro contratto con i siciliani”. Ieri è stato il turno del decimo comandamento: “Sicilia, Isola della qualità e dell’identità”. “Ricordiamoci sempre – ha detto l’ex sindaco di Messina – che la Sicilia è uno Stato nello Stato e questo ruolo che dobbiamo assolutamente riconquistarlo. Puntiamo sull’innalzamento della qualità dei servizi. Miriamo alla promozione dell’istituzione di scuole degli antichi mestieri e delle tradizioni popolari soprattutto nei borghi rurali e marinari per frenare il fenomeno di spopolamento che caratterizza gran parte delle aree interne siciliane ove è necessario riconoscere dei vantaggi fiscali per i residenti e per coloro che creeranno nuove attività produttive”.

Dopo Brancaccio, De Luca ha dato appuntamento al popolo di Sicilia Vera in piazza Pretoria per una marcia simbolica fino a piazza Indipendenza. “Questo cammino per me è stata una grande prova, non solo fisica. Noi stiamo chiedendo ai siciliani e alle siciliane di affidare il loro destino a Cateno De Luca. È una grande responsabilità. Le aspettative, lo sappiamo, sono alte ma noi non siamo pronti e lo abbiamo dimostrato. Questa volta la banda bassotti politica non ha capito che la Sicilia darà una risposta molto forte, definitiva e irreversibile”.

Questa mattina De Luca ha affrontato altre questioni politiche incontrando i giornalisti: “Noi siamo ‘Nello boys’ o ‘Musumeci boys’ perché è giusto che un presidente della Regione uscente venga riconfermato – ha detto -. Se questo non è, vuol dire che coloro che lo hanno inventato si sono resi conto che non è stato all’altezza del compito e quindi non merita di essere riconfermato. Ho sempre detto, anche in base alle faide interne al centrodestra, che non sarei mai stato io il killer di Nello Musumeci in queste elezioni quindi le frange del centrodestra che hanno provato a coinvolgerci per fare la differenza al tavolo contro di lui non hanno mai avuto la nostra adesione”.

“Sarei sinceramente dispiaciuto se Musumeci venisse messo da parte dalla sua coalizione – ha sottolineato – le faide interne al centrodestra per me sono solo operazioni di potere per riconfermare le posizioni di qualcuno. Miccichè fa di tutto per restare presidente dell’Ars, Lombardo che vuol ancora gestirsi un pezzo della sanità, Cuffaro punta proteggere gli interessi del fratello Silvio dopo che è stato messo alla guida del dipartimento delle finanze. Ognuno di loro – ha osservato – ha un pezzo di questa Sicilia che deve continuare a mangiarsi. Noi non entriamo in questa mangiatoia, ecco perché ci siamo distinti dall’inizio, rimaniamo distanti e così continuiamo. Non sono giochi di cui intendo fare parte. La mia solidarietà a Musumeci se non venisse ricandidato”. “Nello Musumeci, come mi hanno detto stanotte, ha avuto la sua candidatura al Senato, ma a quanto pare rimane presidente della Regione, quindi ricatterà la sua coalizione fino all’ultimo secondo. E’ questo oggi il clima che si respira nel centrodestra”.

Paolo Cesareo :

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