Nei guai politici e massoni

L’ex deputato Giovanni Lo Sciuto

Un nuovo scandalo con epicentro Castelvetrano. Altri politici coinvolti: l’ex deputato regionale di Forza Italia, Giovanni Lo Sciuto, ma anche l’ex presidente dell’Ars, anch’egli di Forza Italia, Francesco Cascio, sono stati arrestati (e si trovano adesso ai domiciliari) nell’ambito di un’operazione dei carabinieri che ha sgominato una superloggia segreta formata da massoni e professionisti. Che, secondo gli investigatori, sarebbe riuscita a orientare le scelte del Comune di Castelvetrano, ma anche nomine e finanziamenti a livello regionale. Le accuse sono: reati contro la Pubblica Amministrazione, contro l’amministrazione della Giustizia nonché associazione a delinquere segreta. Lo Sciuto sarebbe il vertice dell’associazione segreta di cui farebbero parte anche l’ex sindaco di Castelvetrano, Felice Errante, e l’attuale primo cittadino Luciano Perricone. Cascio avrebbe informato il gruppo di Sciuto dell’esistenza di alcune intercettazioni, dopo averlo saputo dal segretario dell’ex ministro dell’Interno Angelino Alfano: si tratta di Giovannantonio Macchiarola, che adesso risulta indagato per rivelazione di notizie riservate.

Tra i ventisette arrestati anche tre poliziotti: Salvatore Passannante, Salvatore Virgilio e Salvatore Giacobbe, mentre un avviso di garanzia è stato emesso nei confronti dell’assessore regionale alla Formazione, Roberto Lagalla. Che secondo la ricostruzione dell’accusa avrebbe avuto un ruolo nella concessione di una borsa di studio alla figlia di uno dei professionisti arrestati. Lagalla è indagato per abuso d’ufficio.

Lo Sciuto, nel ’98, era stato indicato da un anonimo come il finanziatore della latitanza di Messina Denaro, anche se il caso venne archiviato. Nel 2012 il medico era diventato deputato con l’Mpa, poi era passato nel Nuovo Centrodestra di Alfano prima di finire la sua corsa con Forza Italia e nella commissione regionale Antimafia. Assieme al gruppo occulto, composto fra gli altri da un ex consigliere di Castelvetrano (Giuseppe Berlino), dal commercialista Gaspare Magro e dal vicesindaco della città Chiofalo (per il momento indagato) avrebbe controllato nomine, fatto raccomandazioni e segnalazioni e imposto quattro assessori massoni nella giunta Errante. Il loro potere si sarebbe esteso oltre il Comune, fino a lambire il parco di Selinunte, l’Inps di Trapani e la Regione Sicilia, dove Berlino avrebbe intessuto la tela giusta per entrare nella segreteria dell’assessore ai Beni Culturali. Un giro losco che comprendeva anche la gestione di una settantina di pensioni d’invalidità, su cui si stanno concentrando gli inquirenti. E’ finito agli arresti anche Paolo Genco, presidente dell’ente di formazione Anfe che avrebbe beneficiato di delibere e progetti in cambio di sostegno economico e assunzioni. Un metodo già utilizzato altrove.

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