«Se qualcosa non è reato a Catania, non dovrebbe esserlo neanche a Palermo: per questo bisogna riformare la giustizia», dice Matteo Salvini, fresco di proscioglimento. «Lo scandalo del Csm è uno stimolo in più per riformare la giustizia», dice Enrico Letta in streaming. È la sindrome della sineddoche: ciascuno vede, con la sua esperienza, una piccola parte del tutto, e s’immagina che quella parte sia il tutto. Per i Cinquestelle la riforma della giustizia coincide con qualche paletto sui tempi dei processi. I radicali e la Lega invece raccolgono le firme per fare la riforma a colpi di referendum abrogativi, di cui si conoscono per ora i titoli: responsabilità civile dei magistrati, magistrati fuori ruolo, custodia cautelare, ergastolo, separazione delle carriere. La guardasigilli Cartabia da par suo arringa la politica, ammonendo a trovare convergenze e paventando il rischio che lo stallo sulla riforma chiuda il rubinetto dei miliardi europei. Continua sull’Huffington Post