Uno dei più trafelati urlatori grillini (siano ex, post o neo grillini, quello rimangono), Dario Carotenuto, da tempo addetto – per mandato o per vocazione – al quotidiano abbaio contro le destre e specialista dell’ululato al genocidio, ha fatto la sua chiamata al popolo su X: “La libertà di stampa è un pilastro della democrazia. Quando un giornalista viene minacciato, quando un’inchiesta viene ostacolata, non è solo un individuo a essere colpito, ma il diritto di tutti a conoscere, a capire, a essere informati”.
Oggi saranno in piazza a Roma, “al fianco di @SigfridoRanucci e di tutti coloro che credono in un’informazione libera e indipendente”. È la manif “VIVA LA STAMPA LIBERA!” – scritto in maiuscolo perché lo stile turpiloquente da strilloni dell’internet è rimasto nonostante le pochette – in comodato d’uso con Marco Travaglio, maestro del bon ton che piace.
Il grande afflato ex post neo grillino per la libertà di stampa, dopo anni in cui ai giornalisti si dava dei sciacalli e mangiatori di cacca, vale un premio all’ipocrisia.
A difendere la libertà dei giornalisti ci saranno soprattutto quelli considerati amici, da Travaglio a Rula Jebreal – Sigfrido Ranucci ha ovviamente un posto di riguardo a parte nella circostanza. La libertà di stampa è ovviamente cara a tutti, non solo a chi fa questo mestiere, e soprattutto senza il birignao del “contropotere” e dell’allarmismo democratico che invece si leverà da piazza Santi Apostoli.
Ma in bocca agli ex post neo è una delle capriole d’ipocrisia meno digeribili che il partito di Conte possa esibire al suo pubblico calante. Dario Carotenuto, per dire, è lo stesso militante della prima ora che partecipava ai meetup di Napoli, quei misteriosi simposi che non ammettevano l’intrusione dell’informazione. Continua su ilfoglio.it