Non c’è pace per Maurizio Zamparini. Dopo essersi lasciato alle spalle, con una controversa cessione a un gruppo di investitori inglesi, un’esperienza ultraquindicinale con il suo Palermo calcio, l’ex patron della società rosanero finirà agli arresti domiciliari. Lo ha deciso la Corte di Cassazione che, al termine di una lunga camera di consiglio, ha respinto il ricorso contro il provvedimento di arresti domiciliari disposto dai giudici di Palermo. Zamparini, tra le altre cose, è accusato di falso in bilancio e auto riciclaggio. La misura cautelare adesso è eseguibile.

L’inchiesta che ha portato all’arresto di Zamparini è coordinata dai pm Dario Scaletta e Francesca Dessì, dall’aggiunto Salvo de Luca e dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi. La decisione della Cassazione chiude una lunga vicenda giudiziaria: la richiesta di domiciliari fatta dai pm venne respinta dal gip che, pur riconoscendo che ci fossero a carico dell’ex presidente del Palermo gli indizi di colpevolezza, sostenne che non vi fossero le esigenze cautelari per l’arresto. Una decisione condizionata dalla scelta di Zamparini di lasciare le cariche ricoperte nella società rosanero. Il provvedimento del gip fu ribaltato al Riesame, contro i domiciliari ha fatto ricorso in Cassazione l’imprenditore friulano che oggi ha perso la sua partita. Le indagini, avviate quasi due anni fa coinvolgono anche il figlio di Zamparini, la segretaria Alessandra Bonometti, cinque professionisti e l’ex presidente della società calcistica Giovanni Giammarva accusati, a vario titolo, di false comunicazioni sociali, ostacolo alle funzioni di vigilanza della Co.Vi.So.C., sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

Nell’ipotesi della Procura Zamparini si sarebbe sistematicamente servito della Mepal S.r.l., società nata per la commercializzazione dei prodotti rosanero di cui era l’amministratore di fatto, come di una sorte di “cassaforte”, per mettere al riparo le disponibilità correnti della società dalle procedure esecutive dell’Erario, nei cui confronti il club era esposto per milioni di euro fino al 2017. Per rendere possibili tali spostamenti di denaro, sarebbero stati simulati dei finanziamenti verso la Mepal S.r.l. La Mepal è stata ceduta per 40 milioni a una società con sede in Lussemburgo, la Alyssa, che, per i pm, sarebbe comunque sempre riconducibile a Zamparini. Secondo la Procura il valore del marchio sarebbe stato nettamente inferiore e la sopravvalutazione avrebbe consentito di creare una sorta di riserva monetaria poi reimpiegata per ripianare il bilancio in rosso di 27 milioni di euro del Palermo.

ZAMPARINI: “UNA STORIA DI VERGOGNA”
“Questa resterà una storia di vergogna per una città che così ha corrisposto la passione e l’amore che ho dato assieme ai miei soldi regalati e profusi per i rosanero”. Lo dice all’ANSA Maurizio Zamparini dopo che la Cassazione ha confermato per lui gli arresti domiciliari nell’ambito delle indagini sulla gestione del Palermo calcio. “Questo è il mio unico pensiero – dice l’ex patron rosanero – Con molta compassione verso chi mi ha fatto e sta facendo male”.