Figurarsi se al Palermo poteva andarne bene una. Come se non bastasse il clamoroso “pacco” rifilato dagli inglesi, il ritorno in scena di Zamparini e Foschi e la “promessa” di una penalizzazione da parte della Procura Federale (che ha appena inquisito il club a causa della disastrosa gestione Zamparini), adesso ci si mette pure l’ultra destra. Che, a quanto pare, sarebbe parte integrante del Dna del nuovo gruppo di compratori, quelli della Arkus Network, che entro un paio di giorni completeranno l’operazione d’acquisto della società di viale del Fante. Come raccontato qualche giorno fa su Buttanissima, la Arkus è per l’89% in mano a una holding inglese: si chiama Gepro Investments. A capo della quale c’è il signor Stefano Pistilli, un italiano residente in Inghilterra con la passione per la politica. Pistilli, secondo la ricostruzione del Giornale di Sicilia prima e del Fatto Quotidiano poi, sarebbe un manager molto vicino a Forza Nuova e il segretario di un partito (Coalition pour la vie et la familie) che promuove l’ideologia no-gender.

Non è finita qua. Perché sempre il signor Pistilli ha avuto ruoli in diverse aziende accostabili a vario titolo all’estrema destra, come la Gladio Consulting e la Uk Privilege, poi ceduta a un militante di Forza Nuova. A buttare il carico su questa storia, prima di ricevere la replica di Arkus, è stata Sinistra Comune, che a Palermo esprime, oltre ai tre consiglieri comunali che hanno firmato il documento, anche l’assessore alla Mobilità Giusto Catania: “Esprimiamo preoccupazione per una scelta che ci sembra inaccettabile. La Palermo calcio non può finire in mano ad una società controllata da un sistema finanziario che sembra essere legato alle forze fasciste europee. Non può diventare la succursale di una holding neo-nazista: sarebbe una ferita per la storia della città, per i cittadini palermitani e per i tifosi rosanero”. Un dossier che si arricchisce di particolari e che qualche giorno fa aveva visto la “minaccia”, da parte del sindaco Orlando, di non concedere l’uso dello stadio Barbera al Palermo qualora dalla Federazione italiana giuoco calcio non fossero giunte le necessarie rassicurazioni sulla natura dei nuovi proprietari. Se fossero affidabili o meno, s’intende. Anche se un casellario politico adesso non parrebbe secondario.

Nel frattempo, come detto, Arkus Network ha provato a ricomporre i pezzi del puzzle e allontanare tutte le male lingue in prossimità della chiusura dell’affare: “Il sig. Stefano Pistilli, nostro apprezzato e stimato professionista in quanto anche cittadino inglese – si legge nella nota -, è il director della società di diritto britannico Gepro Investments Partners Ltd. Detenendo nella medesima società e per ragioni strettamente connesse al suo incarico, una minima quota di partecipazione di capitale, che non gli consente in nessun modo di esercitare alcun potere di influenza, sulla società medesima, sulle sue scelte e linee di indirizzo. Ciò doverosamente precisato, non ci esimiamo, tuttavia, dall’esprimere il nostro più vivo rammarico per le assunzioni espresse dai suddetti esponenti del consiglio comunale che si sono avventurati, in assenza dei riscontri oggettivi, a divulgare una cosiddetta “Fake news” sul nostro conto, così gettando gratuito discredito su un ambizioso progetto imprenditoriale e sugli imprenditori medesimi che si apprestano a garantire la sopravvivenza del blasonato Palermo Calcio e rilanciarne le sorti e l’immagine del club e della sua città”. Una smentita in piena regola, che non cancella le simpatie e i legami politici del signor Pistilli. Al Palermo, più che la marea nera, servirebbe però una folla rosanera.