Ci sono stati due governatori – Nello Musumeci e Renato Schifani – che hanno sostenuto l’informazione indipendente: quella cioè in grado di reggersi da sola, senza le mazzette allungate dalle retrobotteghe del potere. E ci sono stati due assessori al Bilancio – Gaetano Armao e Marco Falcone – che hanno firmato i decreti necessari per garantire un contributo a tutte le testate, senza distinzioni né discriminazioni. Ma dopo Falcone – un politico capace di intestarsi le sue responsabilità – è arrivato Alessandro Dagnino, un tecnico. E la norma sull’editoria è finita in una palude di contorsioni leguleie. Siamo già a maggio: molti bilanci si chiuderanno in malo modo, molte libere imprese spariranno. Gongolano solo i pagnottisti. I quali – lo sanno pure le pietre – usano da sempre i propri giornaletti per rastrellare dalla Regione consulenze e affidamenti diretti.