Sarà il 9 settembre il giorno in cui il Tar Sicilia deciderà se sospendere o meno la nomina di Annalisa Tardino a commissario straordinario dell’Autorità portuale della Sicilia occidentale. L’udienza collegiale è stata fissata per quella data. Nel frattempo, la Tardino resta pienamente in carica. È stata la stessa Autorità a chiarirlo con una nota ufficiale dopo l’interpretazione errata di alcuni organi di stampa: “Il Decreto del Presidente del TAR ha unicamente disposto la fissazione dell’udienza collegiale per la trattazione della richiesta di sospensiva, calendarizzata per il prossimo 9 settembre. Non vi è pertanto alcuna sospensione né interruzione dell’attività amministrativa e gestionale dell’Ente, che è stata avviata regolarmente e prosegue senza alcuna limitazione”.
La nomina, firmata il 19 agosto da Matteo Salvini, ha provocato la rottura con il presidente della Regione, Renato Schifani. Quest’ultimo ha annunciato ricorso al Tar, denunciando presunti profili di illegittimità del decreto ministeriale. Un atto che va oltre il terreno tecnico e si colloca dentro un braccio di ferro politico: da un lato Salvini, deciso a blindare una sua fedelissima, già eurodeputata a Bruxelles, e prendersi la propria fetta di controllo sui porti; dall’altro Schifani, per nulla intenzionato a cedere un asset strategico.
La vicenda ha anche riflessi nazionali. Antonio Tajani, infatti, ha spiegato che “in Sicilia si è contestata non la persona scelta dal ministro e non perché leghista, ma il fatto che non abbia le competenze necessarie per un ruolo tanto delicato. Si devono ascoltare le ragioni di Schifani”. Al vicepremier ha replicato il segretario regionale della Lega, Nino Germanà: “Tajani era al corrente dei patti e la decisione di nominare Tardino viene da un tavolo nazionale. Forza Italia aveva condiviso questa scelta”. E ancora: “L’accordo degli enti portuali è che la Calabria va Forza Italia, e la Sicilia, cioè Palermo, alla Lega, perché Messina è di Fratelli d’Italia, valutando i curriculum migliori”.