Certo, il presidente dell’Ars è sotto stress: la procura di Palermo vuole mandarlo sotto processo per reati che vanno dalla corruzione al peculato e la premier Meloni non vede l’ora di rispedirlo nel piccolo regno di Paternò. Ma l’urlo che è rimbombato ieri a Sala d’Ercole, sotto gli affreschi del Velasquez, non ammette più indulgenze. Gaetano Galvagno, in un diverbio con l’assessore al Bilancio, Alessandro Dagnino, ha perso le staffe e ha cominciato a gridare – “Dica la verità… Mi guardi negli occhi!…” – in un crescendo infuocato di tonalità che lo faceva somigliare sempre più al mago Otelma o a Giucas Casella. Ma era solo disperazione. La stessa che sovrasta il governatore Schifani. Il quale incede nell’aula con la postura spocchiosa del padrone unico delle ferriere e si ritrova con i franchi tiratori che, nel segreto dell’urna, puntualmente lo affossano.