“Prima o poi, caro mio, tu entrerai ad Harvard”, alla fine è successo veramente. I pronostici del gruppo di amici del giovane Fabrizio Serafini, diplomando al Liceo Scientifico Cannizzaro di Palermo diventano realtà e nel mese di agosto il diciottenne volerà ad Harvard scelto come eccellenza siciliana nella matematica. Era la notte tra il 28 e il 29 marzo di quest’anno, quando Fabrizio riceve un’email con su scritto “Dear Fabrizio, Congratulations! I am delighted to inform you that the Committee on Admissions has admitted you to the Harvard College Class of 2023”. “Un sogno che diventa realtà, nessun pesce d’aprile quest’anno, sono il primo siciliano mai stato ammesso ad Harvard”, dichiara il giovane Fabrizio, che tra un mese completerà gli studi per accedere al primo ciclo di studi della durata di quattro anni. Ma la sua, è una storia di passione, grinta e competenza considerato che l’ammissione nell’università americana avviene prima di completare gli studi superiori. Fabrizio, prima di Harvard, era già tra gli allievi ammessi al corso di Ingegneria Chimica all’Imperial College di Londra, all’University of Manchester e a quella di Birmingham oltre che al Politecnico di Milano. Sacrifici, esami, ricerche e attese. Tutto ritorna alla mente insieme alle volte in cui sotto la doccia Fabrizio sogna l’ammissione, sogna che il suo lavoro possa essere riconosciuto da qualcuno, essere compreso o sentito.

“Quando si tenta un’impresa così ardua (3/200 è la frazione percentuale che meglio la rappresenta) facilmente si perde ogni speranza, l’unica arma che si possiede per combattere e raggiungere l’obiettivo è la voglia di mettersi in gioco. L’esito dell’ammissione non era importante tanto quanto il desiderio di fare un “application” convincente, essere soddisfatto del mio lavoro e dare il massimo. Harvard si o Harvard no, era una sfida con me stesso, una prova di forza, se così può essere chiamata”. Il cammino per raggiungere l’ammissione nella prestigiosa Università americana è stato lungo. Prima diversi test come il SAT reasoning e il TOEFL, al quarto anno, fondamentali come requisito minimo per l’ingresso. Decine di migliaia, tra gli studenti più qualificati al mondo, tentano ogni anno l’ingresso alla Harvard. I posti sono un pugno di riso, e avere il punteggio massimo non è garanzia di ammissione. Poi la vera e propria domanda d’ammissione, “application”, che consiste nella compilazione di diversi moduli finalizzati ad eseguire un profilo eccellente, per qualità accademiche e personali ed ottimi risultati in competizioni nazionali e internazionali. Per Fabrizio, la selezione alla finale delle Olimpiadi di Matematica a Cesenatico, sicuramente, ha aiutato.

Nella fase finale dell’application bisogna dimostrare di essere speciali, avere delle caratteristiche personali che gli altri non hanno. Il profilo di un tipico studente modello non basta. Fondamentali, i due temi di 650 parole realizzati da Fabrizio, un’occasione imparagonabile per raccontare la propria storia ed esporre il proprio pensiero. Fabrizio racconta della Sicilia, e del suo rapporto con questa terra, descrivendone le sue meraviglie. Nel secondo tema, spiega lo studio del Carpe Diem di Orazio, di come questo lo avesse portato a fare domanda ad Harvard, cambiando il suo atteggiamento verso il futuro. Per finire, la richiesta ai docenti Zanca di fisica, Cimino di scienze e Cospolici di inglese per la compilazione di alcune lettere di presentazione da accompagnare alla domanda. Una volta ultimata l’application, il contatto con una ex allieva per un colloquio informale su Skype. Non restava che attendere la risposta dalla Harvard. Quella notte tra il 28 e il 29 marzo di quest’anno, il sogno di Fabrizio è diventato realtà.