Un colpo al cerchio e una alla botte. Non c’è giorno che il nostro Ministro dell’Interno – ispirando più di un meme, soprattutto nei gruppetti Whattsapp del Pd – si scagli contro qualcuno. Dopo i migranti e le Ong, dopo quei diavoli di Balotelli, Saviano e Macron, adesso è la volta dei… vu cumprà. Non è uno scherzo. Matteo Salvini ha annunciato un provvedimento sugli ambulanti. Si chiama “Spiagge Sicure”, è una direttiva che il Viminale sta limando in questi giorni, in modo da renderla esecutiva entro la fine del mese: prevede una collaborazione più fitta tra forze dell’ordine, ma anche multe a chi pratica illecitamente l’attività del commercio e, pensate un po’, a chi acquista roba di dubbia provenienza (gli italiani ne sono innamorati).

Volendo inquadrare questa mossa sotto il profilo dell’istituzionalmente corretto, trattasi di battaglia alla contraffazione e di difesa degli esercenti regolari. Ma dati i precedenti salviniani in questi primi venti giorni di governo, l’ultima trovata assume connotati che scadono nel comico, se non fosse che di comico ci resta davvero poco. E’ un offensiva contro l’ultimo (o il penultimo, o il terzultimo) spauracchio rimasto.

L’adorabile vocina del venditore di cocco (ormai se ne vedono sempre meno) finirà per abbandonare le nostre spiagge: meglio una sosta all’Esselunga più vicina prima di recarsi al mare. E gli italiani – tanti italiani – dovranno smettere di contrattare al ribasso il prezzo dell’ultimo modello di occhiali “accecanti” (provvisti, cioè, di lenti scadenti ma molto glamour) o del più classico sombrero di paglia.

L’uomo nero – pantaloni in lino e camicione a maniche lunghe per proteggersi dal caldo, mega borsa in spalla pieno di cianfrusaglie – è destinato a sparire. E con lui, già rimpianto, quel clima festaiolo che fa tanto anni ’80. Ultimo approdo di un nostalgico ritorno al passato. Quando i migranti non erano un problema, le ong manco esistevano e si era tutti un pizzico più spensierati. Invece, no: adesso la linea è “rigore e ordine”. Basta romanticismo e fucile sempre carico (a salve).

Il leader della Lega non è rimasto sordo al grido d’allarme lanciato dalla Confesercenti, che ha denunciato un giro d’affari da 22 miliardi di euro legato all’abusivismo nei settori del commercio e del turismo. Solo la vendita di abbigliamento, borse e calzature taroccate genera un indotto da 3,3 miliardi.

“Signò, interessa bracciale o cappello? Due, diesc’euro”. Ci sembra di risentirle quelle parole, di ascoltarle un’ultima volta. E anche se spesso ci voltiamo dall’altra parte, fingendo disturbo o disprezzo, quella vocina finirà per mancarci. Salvini, nel suo ennesimo disperato tentativo di restituire l’Italia agli italiani (e basta) presidierà i litorali, traccerà il percorso della merce fuffa (magazzini e alloggi affittati a gente che vive di “nero”), sanzionerà in lungo e in largo.

Nel frattempo butterà un occhio alle navi impantanate nel Mediterraneo – c’è un cargo al largo di Pozzallo da un paio di giorni che non riesce a “restituire” un centinaio di migranti –, darà qualche suggerimento al buon Macron in tema di sbarchi e farà acquisti griffati alla boutique più vicina. Un’altra pacchia è finita. Fatevene una ragione.