«L’approvazione dell’emendamento che ho fortemente voluto e presentato, per rendere retroattiva la legge regionale sulle assunzioni delle vittime di violenza contro le donne e degli orfani a causa di un femminicidio, rappresenta un atto doveroso di giustizia e civiltà. Grazie a questo intervento, sarà possibile offrire una concreta opportunità lavorativa anche a chi ha subito tragedie immani prima dell’entrata in vigore della norma, restituendo dignità e futuro a chi ha vissuto sulla propria pelle le conseguenze più drammatiche della violenza». Lo dichiara il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, dopo l’approvazione di questo pomeriggio all’Ars.

«Ringrazio l’Assemblea regionale – continua Schifani – per avere accolto e sostenuto questa proposta: la Sicilia continua così a dimostrarsi terra di solidarietà, vicinanza e rispetto per il dolore delle vittime. Auspico che anche a livello nazionale possa presto essere approvata una norma analoga».

Dopo mesi di stallo, la Regione ha reso finalmente operativa una legge dal forte valore sociale. Finora la legge era rimasta inapplicata a causa di una lacuna normativa: mancava un riferimento esplicito alla retroattività, escludendo di fatto tutte le vittime di episodi avvenuti prima dell’entrata in vigore della norma. L’emendamento di Schifani colma proprio questa lacuna, introducendo la retroattività e consentendo finalmente l’accesso alla pubblica amministrazione a chi ne ha diritto.

Secondo i dati disponibili, in Sicilia sarebbero almeno 64 i potenziali beneficiari. Va precisato che, in caso di più figli orfani della stessa madre vittima di femminicidio, solo uno potrà accedere al beneficio. Durante la recente approvazione della “manovrina” finanziaria, Schifani aveva espresso dubbi sulla validità retroattiva della norma, ma ha poi deciso di intervenire in linea con quanto già previsto per le vittime di mafia.

Il provvedimento siciliano non è stato impugnato da Palazzo Chigi, nonostante la materia rientri nelle competenze statali, proprio perché un’iniziativa analoga è in fase di elaborazione anche a livello nazionale.