Il reddito di cittadinanza agli spacciatori

Un frame tratto da un video reso disponibile dalla Guardia di Finanza che riguarda oltre 20 boss, condannati definitivamente per mafia o loro familiari, che avrebbero illegittimamente intascato il reddito di cittadinanza. Lo hanno scoperto i militari delle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico di Messina che hanno denunciato 25 persone e sequestrato i 330 mila euro complessivamente riscossi indebitamente dagli indagati, 23 dicembre 2020. ANSA / us Gdf +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++

La Guardia di Finanza ha scoperto a Messina 175 persone che percepivano il reddito di cittadinanza nonostante non avessero i requisiti previsti. L’importo indebitamente percepito ammonta a 1.120.533 euro, mentre è stata bloccata l’erogazione del sussidio per altri 474.417 euro; denunciate complessivamente 109 persone.

Tra i “furbetti” sono stati individuati trafficanti di stupefacenti, imprenditori, artigiani, venditori ambulanti, negozianti, giocatori on-line, un avvocato e numerosi lavoratori “in nero” che, pur non avendone diritto, hanno illegittimamente beneficiato del sussidio. Tra i casi più eclatanti quello di un cittadino di Sant’Agata di Militello, non più residente in Italia da oltre due anni, che ha indebitamente percepito oltre 1.700 euro di reddito di cittadinanza. Ancora, anche nella provincia di Messina, come in altre realtà, sono emersi soggetti che omettevano di indicare, nel previsto quadro della dichiarazione dei redditi, quelli derivanti da vincite online per centinaia di migliaia di euro e anche il reddito di cittadinanza.

Questo caso – come i precedenti (a Trapani ben cinque fiancheggiatori di Messina Denaro percepivano illecitamente il reddito) – butta un’altra ombra sulla misura voluta dal Movimento 5 Stelle, che a distanza di quasi due anni dal via, si trasforma spesso in truffa legalizzata ai danni dello Stato. Nei mesi scorsi sia il Ministro Luigi Di Maio, che il premier Giuseppe Conte, avevano ipotizzato un “tagliando” al Rdc, dato che non si è mai rivelato uno strumento di politica attiva del lavoro, bensì un semplice sussidio. La misura è stata anche al centro del tavolo con Italia Viva, che ha portato alla rottura fra Renzi e il resto dell’ex maggioranza.

Enrico Ciuni :

Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie