Forza Italia va ricompattandosi. Sembrano già passati secoli – in realtà è un mesetto scarso – dalla nota in cui l’assessore Falcone e altri quattro deputati azzurri (fra i quali Tommaso Calderone, il capogruppo) scoccavano una saetta nei confronti di Gianfranco Micciché: “Non pare né opportuna, né cogente l’idea di rimpasto o di sostituzione di alcuni assessori che, tra l’altro, dimostrano quotidianamente impegno e fattività – si leggeva nel comunicato al vetriolo –. Nel caso in cui dovesse invece sorgere tale necessità, la stessa dovrebbe essere condivisa preventivamente con tutta la classe dirigente di Forza Italia e con il gruppo parlamentare all’Ars, assicurando la massima condivisione”. Una diffida.

Di rimpasto s’è parlato e riparlato, ma fin qui Musumeci non ha mosso un dito. Restano saldi nella propria posizione sia Bernadette Grasso (Funzione Pubblica) che Edy Bandiera (Agricoltura). Il lungo standby avrà convinto Falcone e gli altri a rientrare nei ranghi. Merito (anche) di un partito in crescita sotto il profilo numerico. Nelle ultime settimane hanno aderito al gruppo azzurro, all’Ars, anche Margherita La Rocca Ruvolo (un passaggio che l’Udc non ha salutato in maniera indolore) e Marianna Caronia, che nei mesi scorsi si era sganciata dalla Lega. Ma i bene informati dicono che siamo solo a metà dell’opera: nelle prossime ore si concretizzerà il “trasferimento” di Luisa Lantieri e Daniela Ternullo  (quest’ultima sarà presentata ufficialmente martedì prossimo all’Ars). Entrambe – guarda caso – componenti di Ora Sicilia, la costola di Diventerà Bellissima. Anche in questo caso il valore numerico dell’operazione soppianterebbe il resto dei ragionamenti: con le sue adesioni, infatti, Forza Italia andrebbe a 14 deputati, uno in meno del Movimento 5 Stelle, che resta il partito di maggioranza relativa a Palazzo dei Normanni.

Ma soprattutto Micciché sarebbe nelle condizioni – se anche gli altri fossero d’accordo – di accelerare su un’operazione che slitta da mesi. Un po’ per la pandemia, un po’ perché Musumeci non sembra avere alcuna voglia di toccare una macchina collaudata, nel bene e nel male. Al vertice forzista di Cefalù, a cui ha partecipato anche l’europarlamentare Giuseppe Milazzo (un altro “ribelle” della seconda ora), si è discusso “delle iniziative politiche in relazione a questo momento storico molto delicato. Dopo la relazione del presidente Miccichè ci siamo a lungo confrontati – ha scritto su Facebook, Tommaso Calderone –. Il momento è delicato e cercheremo di fare del nostro meglio, nella sfera delle rispettive competenze. La solida unità del partito – è il passaggio più interessante del ragionamento – sarà stimolo ancora più pregnante per fare bene nell’esclusivo interesse dei cittadini”. Nota a margine: nella foto scattata a casa del presidente Micciché mancava il vicepresidente della Regione, Gaetano Armao. Ma nessuno si sarà sorpreso.