La Procura di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio per il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno e altre cinque persone — tra cui l’ex portavoce Sabrina De Capitani e l’imprenditrice Marcella Cannariato (alias Lady Dragotto) — con accuse che vanno da corruzione a peculato, truffa e falso ideologico. L’udienza preliminare è fissata per il 21 gennaio.

Secondo l’accusa, Galvagno e la De Capitani avrebbero favorito gli interessi privati della Cannariato e delle fondazioni a lei riconducibili (Fondazione Marisa Bellisario e Fondazione Tommaso Dragotto), ottenendo finanziamenti dalla Presidenza dell’Ars e dalla Fondazione Federico II per diversi eventi: dall’apericena da 11 mila euro di “Donna, Economia e Potere” ai contributi da 15 mila, 12.200, 100 mila e 98 mila euro per iniziative come “La Sicilia per le donne” e “Un Magico Natale” (edizioni 2023 e 2024).

In cambio, Galvagno avrebbe ottenuto incarichi e nomine per persone a lui vicine (tra cui una consulenza per una cugina e posti nei cda o nelle organizzazioni degli eventi a favore di Ricci, Amato, De Capitani e altri). Al centro dello schema corruttivo ci sarebbe anche l’imprenditore Alessandro Alessi, indicato come mediatore, che avrebbe ricevuto incarichi e restituito parte dei fondi alla Cannariato.

A Galvagno e al suo ex autista Roberto Marino viene inoltre contestato il peculato per l’uso privato dell’auto di servizio (un’Audi A6) per circa 60 uscite non istituzionali, e la truffa con false missioni certificate da Galvagno, che avrebbero fruttato a Marino circa 19mila euro in diarie e rimborsi.