Galvagno sbanca l’Ars

Gaetano Galvagno, appena eletto alla presidenza dell'Ars, al fianco della neo premier Giorgia Meloni, entrambi di FdI

L’on. Gaetano Galvagno è il nuovo presidente dell’Assemblea regionale siciliana. E’ stato eletto alla seconda votazione. L’esponente di Fratelli d’Italia, paternese e pupillo di Ignazio La Russa, ha ottenuto 43 preferenze, andando oltre il perimetro della maggioranza (40 deputati) e superando il quorum per l’elezione, fissato a 36. Undici le schede bianche (rivendicate dai Cinque Stelle). Quattro voti per Giorgio Assenza. Un voto a testa, il loro, per gli undici parlamentari del Pd. Uno anche per il forzista Gennuso. Si è votato a scrutinio segreto.

Nel suo discorso all’aula, Galvagno è subito passato ai ringraziamenti: “Sono il più giovane presidente dell’Ars, mi auguro di essere degno di succedere a tutti quelli che mi hanno preceduti. Ringrazio l’onorevole Miccichè per l’esperienza che mi ha trasmesso quando sedevo accanto a lui da segretario. Poi un ricordo per l’onorevole Savona che ha diretto la commissione bilancio finché ne ha avuto le forze. Ringrazio anche Fava che ha diretto la commissione antimafia e l’ex presidente Nello Musumeci. L’incarico a cui sono stato chiamato mi impone responsabilità che sono direttamente proporzionali all’entità delle questioni che dovremo affrontare. Un incarico che fa tremare i polsi”. Sugli obiettivi ha commentato: “Quelli che verranno dovranno essere e saranno i 5 anni più importanti di sempre. Gli anni degli investimenti, del Pnrr, della ripresa economica e non possiamo assolutamente fallire. Spero che riusciremo sempre più a far valere la condizione di regione a Statuto speciale per potere capitalizzare quegli interventi necessari a farci raggiungere standard europei e non più essere fanalino di coda, diventando centrale nello scenario del Mediterraneo. Mi auguro che davanti a temi di riconosciuta rilevanza ciascuno riesca ad accantonare le proprie appartenenze e a guardare oltre nell’interesse di tutti”.

“Un mondo di auguri a Gaetano Galvagno che è una persona intelligente, perbene e matura. Sono sicuro quindi che sarà un ottimo Presidente”, scrive Gianfranco Miccichè. Sull’aiutino insperato nei confronti di Galvagno, però, giungono le rivelazioni del Pd: “L’elezione di oggi è arrivata grazie al soccorso messinese mentre a sala d’Ercole la maggioranza di centrodestra è naufragata alla prima prova d’aula”, ha detto il segretario Barbagallo. Che aggiunge: “La prossima settimana nel corso delle votazioni dell’ufficio di presidenza, i siciliani vedranno pure il prezzo della compravendita: la vice presidenza dell’Ars con cui la maggioranza ricambierà il favore. È una vergogna che tradisce il voto dei siciliani – conclude – che hanno votato Cateno De Luca in opposizione del centrodestra e invece da oggi lo trovano fedele alleato”.

La prima votazione era stata annullata per il mancato raggiungimento del quorum dei votanti. All’appello di Pippo Laccoto, che ha condotto i lavori nelle vesti di deputato ‘anziano’, avevano risposto soltanto in 34 (su 70). Pd e Movimento 5 Stelle non avevano ritirato le schede. Gli otto deputati di ‘Sud chiama Nord’, il movimento di Cateno De Luca, si erano astenuti (al secondo giro, invece, avevano annunciato l’intenzione di votare scheda bianca). L’aula è stata riconvocata per mercoledì prossimo alle 11, quando dovrebbe tenersi il giuramento della squadra assessoriale.

Il presidente della Regione, Renato Schifani, ha partecipato alla seduta d’insediamento della XVIII legislatura. Ad accoglierlo a Palazzo dei Normanni il presidente dell’Assemblea uscente, Gianfranco Micciché. I due si sono soffermati qualche minuto a parlare in Sala Cinese. E alla fine si sono stretti la mano di fronte ai cronisti: “Era un incontro dovuto”, ha detto a voce alta Micciché. “E comunque mi ha fatto piacere incontrare Schifani”. Che ha ricambiato: “E’ reciproco”. Pochi minuti prima la ‘bomba’ dell’intervista a Repubblica, in cui il coordinatore regionale di Forza Italia si chiamava fuori dalla maggioranza.

Eletto Galvagno alla guida di Sala d’Ercole, entra nel vivo il dossier del governo. Entro il weekend Schifani potrebbe passare alla nomina degli assessori, anche se rimangono parecchi angoli da smussare. Innanzi tutto la sanità: il governatore dovrà scegliere se perdere una volta per tutte l’appoggio di Miccichè e di un pezzo di Forza Italia, imponendo un nome dall’alto, oppure condividere una scelta (l’ex direttore sanitario del Policlinico, Giovanna Volo?) e tentare di ricucire in extremis, nonostante le dichiarazioni di fuoco del coordinatore azzurro, che si è posto fuori dalla maggioranza. Ma restano nodi intricati anche in Fratelli d’Italia, dato che il Ministro all’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, starebbe premendo per la nomina di Francesco Scarpinato, giunto terzo nel collegio di Palermo, al posto di uno fra Giorgio Assenza e Alessandro Aricò, entrambi in quota Musumeci. Ma secondo gli ultimi rumors, la frangia dell’ex presidente della Regione sarebbe tornata alla carica per strappare una casella per Elena Pagana, la moglie dell’ex assessore Ruggero Razza, nonostante la bocciature nelle urne. Un’opzione che farebbe vacillare Giusy Savarino, per la quale sembrava pronto l’assessorato al Territorio e Ambiente.

Ultimo capitolo è quello legato alle deleghe. Fanno gola le Attività produttive (il favorito è Assenza, sempre che FdI non decida di ripiegare su qualcun altro). Mentre l’assessorato all’Energia e Rifiuti dovrebbe spettare a Roberto Di Mauro, unico lombardiano dell’esecutivo. La Dc di Cuffaro, che ha rinunciato all’Agricoltura (appannaggio del leghista Sammartino) dovrebbe ottenere gli Enti locali (per Andrea Messina) e il Lavoro (per Nuccia Albano). Figuccia favorito per i Beni culturali. ma il puzzle è tutto in divenire e dipende da mille varianti.

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