Giancarlo Giorgetti è uno che parla poco, ma quando lo fa lascia il segno. E’ un’intervista rilasciata ieri a ‘La Stampa’ ad aver allargato il gap nella Lega: una buona fetta di salviniani della prima ora fatica a riconoscersi nelle posizioni ultra-governiste del Ministro dello Sviluppo, che tifa per Draghi al Quirinale. Ma Giorgetti è andato oltre parlando di Amministrative. L’esito di quelle romane, ad esempio, “dipende da quanto Calenda riesce a intercettare il voto in uscita dalla destra. Nei quartieri del centro penso che sarà un flusso significativo. Ma non so come ragionino le periferie. Se Calenda va al ballottaggio con Gualtieri ha buone possibilità di vincere. E, al netto delle esuberanze, mi pare che abbia le caratteristiche giuste per amministrare una città complessa come Roma”. Ma se al ballottaggio ci vanno Gualtieri e Michetti, “vince Gualtieri”, risponde lapidario. Esternando una fiducia pari a zero nei confronti del candidato di centrodestra. “L’interesse del Paese è che Draghi vada subito al Quirinale, che si facciano subito le elezioni e che governi chi le vince”, ha aggiunto Giorgetti. Confermando – ma questa è l’unica nota positiva per Salvini – che di Lega “ne esiste una sola”.