Il cartello campeggia al piano terra di ogni Palazzo di giustizia. Annuncia l’ubicazione della sezione feriale dei Tribunali. Il malato, la giustizia italiana appunto, va in vacanza. Il moribondo si rimette in piedi, indossa ciabatte e costume e va al mare. Se ne riparla a settembre.

Stop alle udienze. I magistrati vanno in ferie per tutto il mese di agosto. In passato avevano più tempo per riposarsi, poi il governo Renzi decise che 45 giorni erano troppi. Si arrivò ai ferri corti, ma alla fine il periodo feriale fu ridotto.

L’attesa di giustizia degli italiani può essere congelata senza bisogno di condizionatore. I termini e le scadenze di atti, depositi, impugnazioni etc etc nella fase processuale vengono sospesi, salvo rare eccezioni. In pratica nel calendario dei Tribunali il mese di agosto non esiste.

Le ferie sono legittime, ma forse sarebbe lecito pensare a una rotazione. Si va in vacanza a scaglioni. Una trattoria o un negozio di abbigliamenti può anche restare chiuso per un mese intero, un Tribunale no. Il solo ipotizzarlo – è già avvenuto in passato per molto meno – scatenerebbe la reazione dell’associazione nazionale magistrati. Si griderebbe allo scandalo per l’ingerenza di chicchessia nelle decisione sulla giustizia.

E allora prendetela come una buttanissima provocazione. Nulla di più. Ci si rivede a settembre per iniziare a preparare le statistiche che saranno rese note in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario. A gennaio, quando il cappotto avrà preso il posto del costume, si racconterà, ancora una volta, della giustizia che arranca nella sua cronica lentezza. Poco importa, basterà indossare il piumino e concentrarsi sulla settimana bianca.