Ci siamo. I retequattristi hanno aperto ieri ufficialmente la campagna elettorale che, passando attraverso il referendum sulla giustizia, ci porterà velocemente al voto del settembre 2027. Ci aspettano ventidue mesi di fuoco. Avremo di che divertirci. O di che piangere. Intanto gli avanguardisti della propaganda meloniana hanno abbandonato di colpo Trump, Gaza, l’Ucraina e la Palestina per concentrarsi sulla riforma che separa le carriere dei magistrati. Non sarà un’operazione facile ma ciascuno di noi, nel giorno del referendum, dovrà dire se ritiene i giudici angeli o demoni. I requattristi ieri sera avevano tre assi nella manica: la Corte dei Conti che blocca il ponte sullo Stretto; Berlusconi ripulito dopo trent’anni di ogni collusione mafiosa; l’inarrestabile circo Barnum sul delitto di Garlasco. Se li sono giocati subito, battendo gli avversari sul tempo.
 
			 
				 
			
			
			
		 
				

