Dimenticata la Caporetto della manovra quater e cancellata la Waterloo dell’ultima Finanziaria, il governatore Renato Schifani ha tracciato ieri, tra un brindisi e l’altro, orizzonti di serenità per sé, per la sua giunta, per la comunità. Ora che il male oscuro della politica siciliana è stato estirpato; ora che il reprobo Totò Cuffaro è stato segregato ai domiciliari; ora che gli appestati della DC sono stati spogliati e rinchiusi in un lazzaretto; ora Schifani potrà avviare la sua lenta marcia verso il rimpasto e soprattutto verso la riconferma a Palazzo d’Orleans. Non ci sono più ostacoli. C’è solo un’incognita. Gli investigatori hanno intercettato per due anni ogni parola pronunciata da Cuffaro. Le frasi più compromettenti sono state rivelate, molte altre sono state segretate. Quali complicità, quali peccati, quali partiti e quali nomi nascondono gli omissis?


