Non tutti i reverendissimi membri del cerchio magico sono al di sopra della legge. Certo, le figure più opache, come gli avvocati d’affari, resistono perché hanno armi che nessuno riesce a controllare, ma gli altri – se beccati con le mani nella marmellata – prima o poi sono costretti a cedere. Prendete il sovrintendente della Sinfonica, Andrea Peria, fedelissimo di Schifani. Si è insediato mantenendo gli altri incarichi di sottogoverno e sfidando la legge sulla incompatibilità. Messo alle strette dagli organi di controllo, ieri ha tentato l’ultima disperata mossa e ha scritto una lettera con la quale dichiara di rinunciare allo stipendio. Una toppa peggiore del buco: la lettera è un’ammissione di responsabilità. Se il vulnus non si sana, l’assessorato al Bilancio potrebbe addirittura revocare il finanziamento di undici milioni e gettare nel caos l’Orchestra.