Giugno è mese di Pride. Sono trascorsi oltre 50 anni dai moti di Stonewall che diedero vita al primo corteo per manifestare l’orgoglio di dirsi omosessuali. Cinquant’anni in cui le lotte hanno prodotto risultati, in termini di conquiste di diritti. La strada però resta ancora lunga secondo Leo Gullotta – attore, doppiatore, imitatore, tra i primi personaggi dello spettacolo in Italia a dirsi dichiaratamente gay – e per questo bisogna continuare a percorrerla in corteo. Il Pride ha ancora senso di esistere: “Non è un fatto di utilità, non parliamo di un sapone da barba o un ufficio anagrafe. È una festa e ci deve essere, per i sorrisi e la visibilità che regala. La festa del ‘ci siamo’, nonostante il Ddl Zan, che mi auguro ritorni presto per essere ridiscusso. Non fa male a nessuno il corteo del Pride”. Continua su Huffington Post
Silvia Renda per Huffington Post
in Buttanissime Meraviglie
Gullotta: “L’Italia paese ipocrita e bigotto”
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