La mancata cancellazione di alcuni residui attivi dal rendiconto 2019, per oltre 300 milioni di euro, è costata al governo Musumeci l’ennesima brutta figura con la Corte dei Conti, che ha preteso degli aggiustamenti, rinviando l’udienza di parifica al 27 febbraio. Ventiquattr’ore prima dell’ultimo giorno utile per l’approvazione del Bilancio di previsione, come stabilito dall’accordo con lo Stato. E’ appena iniziata la corsa contro il tempo: la giunta si riunirà domani a Pergusa per tornare a parlare di bilancio. Musumeci, però, ha anticipato tutti con una lettera di fuoco indirizzata, per conoscenza, anche all’assessore all’Economia, Gaetano Armao.

Il fatto, secondo il governatore, “assume rilievo sia sul piano amministrativo che politico”. Per questo “appare indispensabile accertare le responsabilità in capo ai dirigenti generali ed ai relativi dipartimenti che hanno contribuito a determinare la necessità del ritiro”. I residui attivi (somme accertate e mai incassate), si riferiscono al 2016 e al 2017: ammontano a 282 milioni per la Formazione a 35 per le Infrastrutture. Ma ci sono altri buchi: 376 mila euro, ad esempio, vengono fuori da un capitolo dell’assessorato all’Economia. Le irregolarità notate dai giudici contabili, scrive Musumeci, sono dovute al “mancato rispetto dei principi contabili” del decreto legislativo 118 del 2011 “e non possono pertanto essere attribuite a meri errori materiali, comunque non giustificabili alla luce delle conseguenze prodotte”. Il presidente della Regione ha chiesto una relazione dettagliata sulle responsabilità all’interno della burocrazia “al fine di procedere alla formale contestazione degli addebiti”, di cui si dovrà tenere conto nella valutazione dei dirigenti.

Ma il bilancio, come in ogni amministrazione pubblica, ha un “custode”: in questo caso, l’assessore all’Economia, Gaetano Armao. Alla vigilia dell’ultimo disavanzo, certificato dalla Corte dei Conti a finee 2019, Musumeci prese la situazione di petto e decise di affiancargli dei consulenti esterni: passò come un’operazione trasparenza, con sfumature di commissariamento. Anche stavolta, però, l’attività di controllo è venuta meno, e ora la Regione sarà a un tour de force per recuperare il terreno perduto. Per di più con il rischio – tangibile – di far slittare l’approvazione del Bilancio e compromettere l’accordo Stato-Regione, con cui si stabilisce che “la Regione si impegna a non autorizzare con propria legge l’esercizio provvisorio oltre il 28 febbraio 2021”.

Tra i commenti più duri contro l’assessore al ramo, quello di Antonello Cracolici (Pd): “Gravi responsabilità sono in capo all’assessore all’Economia Armao e si dimostra l’inadeguatezza della gestione finanziaria della Regione. Essere stati costretti al ritiro del bilancio consuntivo 2019 dopo 8 mesi dalla sua approvazione è la conferma del caos che regna con la gestione Musumeci. Voler confondere con l’argomento che si tratterebbe di residui 2016 e 2017 è la dimostrazione che non sanno di cosa parlano. Il riaccertamento dei residui viene fatto ogni anno e quindi vorrebbe dire che da tre anni hanno continuato a fare riaccertamenti irregolari. Emergono adesso semplicemente perché questi accertamenti sono stati individuati e verificati a campione dalla Corte dei Conti. La cosa paradossale è che a questo punto il disavanzo del 2019 non si conosce, l’unica cosa certa è che potrà solo aumentare rispetto a quello coperto con il bilancio 2020. L’eventuale ulteriore disavanzo dovrà essere coperto negli esercizi 2021 e 2022. Pretendiamo che il nuovo bilancio che dovrà essere approvato entro il 28 febbraio, sia veritiero e in grado di dare sostenibilità alla categorie più fragili della Sicilia”.

Da parte sua, Armao prova a scaricare le responsabilità altrove. In questo caso, sul dipartimento alla Formazione professionale, oggi guidato da Patrizia Valenti, ma in passato amministrato da Gianni Silvia (oggi ai vertici di Riscossione Sicilia) e Salvatore Taormina: “Il grosso dell’anomalia registrata dalla Corte dei conti – ha sbottato il vicepresidente – è lì. Senza i 282 milioni della Formazione non sarebbe stata superata la soglia di allarme”.

Sunseri (M5s): il ritiro del rendiconto fatto senza precedenti

“Il ritiro del rendiconto 2019 della Regione è un fatto gravissimo che non ha precedenti nella storia finanziaria della Regione Siciliana. Alla luce di questo ennesimo strafalcione, inizio a nutrire seri dubbi che questo Governo sarà capace di rispettare gli accordi presi con Roma e godere dei benefici concessi. Se in tre anni questa presidenza non ha rispettato nessuno degli accordi presi con i siciliani cosa ci fa pensare che rispetterà l’accordo con il Governo?”. Se lo chiede in una nota il deputato regionale del Movimento 5 Stelle, Luigi Sunseri, che è anche membro della commissione Bilancio. “A questo punto – spiega il grillino – il rinvio della parifica non è più probabile, come denunciavo in aula la settimana scorsa, ma è scientificamente certo. La ripresentazione del rendiconto comporta il riavvio dell’intera procedura da parte della Sezione di controllo della Corte dei Conti, per la cui definizione saranno necessari almeno un paio di mesi”.

“Era il 1 Dicembre dello scorso anno – spiega Sunseri – quando la Sezione di Controllo della Corte dei Conti dichiarava l’irregolarità di ben 319 milioni di euro di residui attivi a causa del superamento della soglia del 2% costituita dall’errore massimo tollerabile. Appena pochi mesi addietro Musumeci decise di premiare i dirigenti responsabili dei dipartimenti con ben 7 milioni e mezzo di euro. Ad aggravare la storia, già tormentata, di questa sessione di bilancio si aggiunge la concreta impossibilità, contrariamente a quanto dichiarato dal presidente Miccichè, di approvare la finanziaria in mancanza della parifica della Corte dei Conti del rendiconto precedente. Questo significa che non si potrà liberare l’avanzo necessario anche per la spesa per investimenti”.

“A saltare, o quantomeno a subire un ritardo – sottolinea il deputato – sarà anche il neo accordo Stato Regione ed in particolare il punto in cui questa avrebbe dovuto, tramite adeguati interventi legislativi ed amministrativi, ridurre la spesa corrente ai fini del ripiano del disavanzo. Nulla di nuovo sotto il sole. Dal 2016 ogni anno la Regione sottoscrive un accordo con il Governo per superare lo stato di grave sofferenza finanziaria del bilancio regionale e puntualmente ogni anno questa Regione non rispetta gli impegni assunti. Abbiamo a questo punto anche compreso perché Musumeci continua a prendersela con i suoi dipendenti, è evidente che non è in grado di controllare i processi amministrativi guidandoli e al posto di prendersela con se stesso colpisce i suoi sottoposti. L’ennesima brutta pagina che peserà sulle tasche dei siciliani” – conclude Sunseri.

Lupo (Pd): Musumeci spieghi perché ha ritirato il rendiconto

“Il presidente della Regione riferisca all’Ars il motivo per il quale ha ritirato il rendiconto generale della Regione per l’esercizio finanziario 2019, già trasmesso per la parificazione alla Corte dei Conti. Ci auguriamo che almeno in questo caso Musumeci invece del solito scaricabarile si assuma la responsabilità delle cause della revoca del rendiconto, che può pregiudicare il rispetto delle scadenze pattuite con lo Stato, con gravi conseguenze per la Sicilia”. Lo dice Giuseppe Lupo, capogruppo PD all’Ars. “Assistiamo alla marcia del gambero di un governo regionale incapace, che adesso rischia di far slittare l’approvazione della legge di stabilità e di bilancio – aggiunge Lupo – ritardando ulteriormente gli interventi economici per imprese e lavoro”.