Ma è così difficile per l’onorevole Musumeci capire che il suo cerchio magico lo sta velocemente portando alla rovina. Quando si renderà conto il Governatore di avere consegnato la Regione nelle mani di tre sovrastanti – Gaetano Armao, Ruggero Razza e Manlio Messina – che non hanno alcuna dimestichezza con la cultura del buon governo e della sana amministrazione? Prendiamo quest’ultima e penosa storia dell’esercizio provvisorio. La leggina impugnata da Palazzo Chigi è stata preparata dall’assessore al Bilancio, ampliata dall’Assemblea regionale e pubblicata in Gazzetta Ufficiale con la firma di Musumeci e del suo fidatissimo assessore. Cioè di Armao che, nel medagliere delle cariche, annovera anche quella di professore associato dell’università, facoltà di Giurisprudenza.

E’ mai possibile che un docente di siffatta caratura non sia stato in grado di prevenire un conflitto insorgente tra la leggina e la Costituzione? Lo avrebbe capito uno studente di primo anno, ma lui – il potente assessore – di questi tempi è molto distratto. Gli mancano le sponde tradizionali, quelle che gli garantivano un posto di prestigio a Palazzo d’Orleans pur senza avere mai affrontato una campagna elettorale. Gli manca il sostegno di Antonello Montante e il conforto di Ezio Bigotti, tanto per citare due nomi noti alle cronache giudiziarie. E gli manca soprattutto l’appoggio di Licia Ronzulli. La plenipotenziaria di Arcore – che, nel novembre del 2017 riuscì a intercedere con Berlusconi perché lui venisse ufficialmente indicato come futuro vice presidente della Regione – ha avuto modo finalmente di conoscerlo da vicino: lo ha visto, proprio in questi giorni, all’opera nella sua battaglia personale (e molto sguaiata) contro il commissario di Forza Italia, Gianfranco Micciché ed è ripartita per Milano molto delusa e disgustata.

Se Musumeci avesse a cuore le sorti della Sicilia dovrebbe fermarsi un istante e riflettere sui sovrastanti che lo affiancano. Più ci si avvicina alla scadenza elettorale e più le loro arroganze peseranno nei rapporti con gli altri partiti del centrodestra. Oltre metà di Forza Italia non ne può più. La Lega è già passata all’opposizione e a vari livelli si avanza già l’ipotesi di invitare l’assessore ai Beni Culturali, Alberto Samonà, a lasciare la giunta. Come potrà reggere la baracca del governo da qui a novembre, mese previsto per le prossime elezioni?