Una volta la sorte veniva affidata al lancio della monetina. Prima del 1978 le partite dei Mondiali a eliminazione diretta venivano decise dalla sorte. Poi arrivarono i rigori. Nei Mondiali di Russia sappiamo quanto siano stati determinanti, ma ovviamente non è argomento recente.

Quel che è nuovo è l’approccio scientifico alla materia. In un interessante articolo di The Economist si riportano i risultati di uno studio della London School of Economics secondo i quali, ad esempio, battere per primi è meglio. Ne dovrebbero tenere conto i capitani quando scelgono battuta o campo: le squadre che tirano per prime vincono il 60 per cento delle volte. Ma non basta. Secondo le analisi effettuate su oltre mille rigori battuti ai Mondiali e in altre competizioni, i dati dimostrano che si segna i tre quarti delle volte: al quarto dei cinque rigori il tasso di realizzazione scende del 12 per cento.

Andando più in profondità si è scoperto che il primo e il quinto rigore sono quelli che contano di più, il terzo quello che conta meno. Inoltre per gli onanisti del calcio c’è l’analisi del tiro. I rigori alti vanno a segno il 79 per cento delle volte, contro il 72 di quelli rasoterra (anche se i primi hanno un tasso di errore che è più del triplo di quelli bassi). Quanto alla precisione di tiro, gli esperti della London School of Economics non si sono fatti mancare nulla: la Germania, con un tasso di realizzazione dell’86 per cento, detiene il record delle principali nazionali, mentre l’Inghilterra si ferma al 66 per cento. E tutt’e due le squadre hanno fatto la fine che hanno fatto in questo Mondiale.

LA FRANCIA CAMPIONE A MOSCA

Non sono serviti i calci di rigore, se non quello del momentaneo 2-1 di Griezmann, alla Francia per laurearsi campione del Mondo. La Nazionale transalpina ha superato per 4-2 la Croazia, mettendo in bacheca la seconda Coppa dopo quella vinta nel ’98 ai Mondiali di casa.