Ora che la purificazione è avvenuta, ora che l’assessore ha annunciato di avere rifiutato una tangente di 50 mila euro e si è cinto la testa con una aureola di santità, ora che Manlio Messina – ex bullo ed ex balilla – è sugli altari della legalità, sarebbe opportuno andare oltre l’incipriatura e spostare il confine in avanti. Bisognerebbe passare, insomma, dalla santità alla trasparenza e capire come l’assessorato al Turismo ha speso i 75 milioni della Regione destinati alla promozione e alla valorizzazione delle bellezze dell’Isola; con quali criteri sono stati impegnati i fondi; quanti soldi sono andati al gruppo del Corriere della Sera – che ieri non a caso ha esaltato la beatificazione dell’amico siciliano – e quanti al resto del mondo. Per entrare nel piazzale degli eroi serve un piedistallo di verità. L’applauso delle faccette nere, da solo, non basta.