“Le dichiarazioni del presidente Renato Schifani appaiono alquanto vaneggianti e distanti dalla realtà politica siciliana. Schifani sembra avere la memoria corta: la sua candidatura alla Presidenza della Regione nacque da un accordo tra Forza Italia e Lega che tradì l’impegno assunto allora dal centrodestra e dall’ex presidente Nello Musumeci, secondo cui l’uscente non si sarebbe ricandidato per favorire il rinnovamento. Oggi quello stesso criterio viene completamente ignorato. Desidero essere chiaro con tutto il centrodestra: qualora il candidato alla Presidenza della Regione Sicilia dovesse essere ancora Renato Schifani, mi candiderò personalmente contro di lui. La Sicilia ha bisogno di una guida nuova, libera da condizionamenti e capace di restituire dignità e prospettiva a questa terra. Le fughe in avanti di Schifani e le sue dichiarazioni autoreferenziali rappresentano solo il tentativo di blindare una posizione di potere, non di offrire un progetto politico credibile per il futuro dell’isola. Sono pronto a cambiare tutto”. Lo dichiara in una nota il deputato Manlio Messina.
L’ex vicecapogruppo di FdI alla Camera, impegnato da giorni nella crociata contro il governatore, dimentica però che il nome di Schifani fu un’indicazione di Ignazio La Russa, il quale propose a Berlusconi una terzina di nomi forzisti da cui estrarre quello “buono”. E lo stesso La Russa, platealmente ignorato nella nota del Balilla, fino a qualche settimana fa si era espresso in modo favorevole sul bis da concedere all’amico Renato. Le frazioni dentro Fdi, e anche fuori dal partito della Meloni (cui Messina ha smesso di appartenere), minano però le poche certezze del centrodestra. L’auto candidatura di Messina, semmai dovesse diventare ufficiale, porterebbe a un frazionamento della coalizione che già oggi fatica enormemente a mostrarsi coesa.


