Repubblica ha appena dedicato sei pagine al Brass, il club palermitano che da cinquant’anni suona, incanta e diffonde il jazz. Un omaggio doveroso, specie se si raffronta la magnificenza di questa istituzione a un apparato di sottogoverno come l’Orchestra Sinfonica. Di qua c’è fantasia, cultura, arte; mentre di là gli sforzi di chi fa musica devono spesso coniugarsi con le clientele, col pagnottismo, con l’incomunicabilità tra orchestrali e dirigenza. Di qua c’è storia: Ignazio Garsia, il pianista che ha fondato il Brass, è un punto di riferimento per chiunque, nel mondo, voglia cimentarsi con la difficile impresa di artigliare menti e cuori e trasportarli, come un’aquila, nei cieli alti dell’educazione musicale; mentre là non c’è storia né carisma: solo figure sbiadite, scelte quasi sempre in base all’opportunità politica. Viva il Brass: tutta un’altra musica.
			
				
			
			
			
		
				

