Pd e Movimento 5 Stelle si separano a un mese dalle elezioni. A decidere è Giuseppe Conte, che, alla luce di quanto accaduto a Roma, ha deciso di troncare ogni rapporto anche in Sicilia. I grillini, negli ultimi giorni, avevano chiesto a Caterina Chinnici di sposare in pieno un programma in nove punti (che prevedeva il ‘no’ ai termovalorizzatori e garanzie sulla sanità), ma anche quattro assessorati di rilievo. Il segretario del Pd, Anthony Barbagallo, ha atteso, rinviando per ben quattro volte la direzione regionale del partito. La notizia della rottura è stata confermata dallo stesso Conte, lunedì pomeriggio alle 16: “In Sicilia il Movimento 5 Stelle correrà da solo, per dare riscatto e dignità a tutta l’isola. Alcune settimane fa ero stato chiaro: quello che vale a Roma vale a Palermo. Sappiamo come è andata nella capitale: il Pd ha scelto l’agenda Draghi, rinnegando tutto il lavoro realizzato in direzione progressista durante il Conte II. Nonostante questo, in Sicilia abbiamo tentato fino all’ultimo di costruire un percorso comune, anche in considerazione del percorso di partecipazione costruito in occasione delle primarie. Dal Partito democratico, però, ancora una volta non sono giunte risposte adeguate”.

E persino Conte si appella alla questione degli ‘impresentabili’, che da giorni impegna la Chinnici e il Pd in una difficile mediazione: “Siamo arrivati a questo paradosso: da una settimana c’è un’impasse dovuta all’insistenza dei democratici per infilare nelle liste esponenti impresentabili. Una posizione che ha messo in imbarazzo anche Caterina Chinnici, che è stata costretta a richiamare il Pd su questo punto: chi ha procedimenti penali pendenti deve restare fuori dalle liste. Per noi la questione è semplice: abbiamo sempre detto che saremo stati garanzia di profili impeccabili, al servizio dei cittadini. L’asticella del senso delle Istituzioni con noi è sempre alta, tanto sul versante nazionale tanto sul versante locale. Questi segnali che ci arrivano dagli amici del Pd non sono affatto incoraggianti. La Sicilia merita francamente di più. Ai cittadini abbiamo il dovere di trasmettere credibilità, trasparenza, passione. In una parola, fiducia: quella che sembra ancora una volta mancare”.

Rabbiosa la replica dei dirigenti locali del Partito Democratico: “A Giuseppe Conte dico, intanto, che la dignità è mantenere la parola data. E questa rocambolesca giravolta di oggi del suo Movimento è tutt’altro che degna – dice il segretario Barbagallo -. Quello del M5S è alto tradimento nei confronti dei siciliani che hanno creduto al fronte progressista. Il Movimento 5 stelle in Sicilia aveva condiviso l’opposizione a Musumeci e in virtù di questo ha sottoscritto un patto per le primarie di coalizione. Hanno garantito il sostegno alla candidata vincitrice, Caterina Chinnici e il PD aveva detto, più volte nei giorni scorsi, sì a tutte le richieste da loro avanzate. Alcune anche premature per non dire stravaganti. Abbiamo atteso fiduciosi ma chiaramente oggi di fronte a questa presa di posizione inspiegabile prendiamo atto che la coalizione progressista finisce qui. Il M5S si assume la responsabilità di sciogliere una alleanza e una coalizione per la quale abbiamo lavorato per anni e chiamato al voto oltre 30 mila siciliani in uno sforzo comune non indifferente, vanificato da scelte politiche che nulla hanno a che fare con la Sicilia e i siciliani”.

La fuoriuscita del M5s, che correrà in solitaria (va scelto il nome del candidato), rischia di far vacillare anche le ambizioni di Caterina Chinnici, che si ritrova alla guida di una coalizione dimezzata e (almeno sulla carta) perdente. “Attraverso le primarie – è il commento lasciato filtrare da Repubblica – mi era stata affidata la guida di una coalizione che non esiste più. Tanta rispettosa e paziente attesa per ritrovarsi ora in uno scenario stravolto che di fatto azzera tutto e impone nuove riflessioni nel pochissimo tempo rimasto”. Ma il Pd insiste nel sostenerla, anche perché sul simbolo c’è il suo nome e non può essere cambiato: “La direzione regionale ribadisce il sostegno e la piena fiducia a Caterina Chinnici. La scelta approvata con le primarie e sostenuta da tutto il Partito Democratico non è minimamente scalfita dal comportamento di forze politiche che invece di supportare un percorso di grande cambiamento hanno deciso di tradire il voto di migliaia di siciliani. Cara Caterina, il popolo del Partito Democratico ti chiede di continuare insieme per la Sicilia”. La Direzione, che si è protratta per oltre 4 ore, è stata aggiornata a martedì alla presenza del segretario nazionale Enrico Letta, per proseguire i lavori per l’approvazione delle liste a livello provinciale per le prossime elezioni regionali.

A prendere le redini della coalizione, però, potrebbe essere Claudio Fava che ieri s’è scagliato sul M5s: “Dispiace doverlo dire ma Conte è un bugiardo. Come nella favola del lupo e dell’agnello ha continuato ad alzare la posta cercando un pretesto per rompere: prima il programma, poi gli assessorati, poi il listino… Conte aveva deciso di uscire dalla coalizione nel momento stesso in cui ha scelto di candidarsi a Palermo. Non ha avuto l’onestà politica e umana di dirlo. Ma almeno adesso faccia a meno di arrampicarsi su altri improbabili pretesti”.

Il Movimento 5 Stelle lancia Di Paola

Sarà Nuccio Di Paola, attuale referente regionale del MoVimento, il candidato dei 5 stelle a palazzo d’Orleans. E’ stato Giuseppe Conte, fresco di rottura con il Pd, a darne l’annuncio: “In Sicilia il MoVimento 5 Stelle correrà con Nuccio Di Paola Presidente. Impegno, correttezza e schiena dritta, la nostra proposta per il Governatore che ogni siciliano merita!”. Di Paola, uomo assai vicino a Giancarlo Cancelleri, è il quinto candidato alla presidenza della Regione dopo Schifani, Chinnici (che però riflette), De Luca e Armao. Il deputato di Gela è reduce dal primo mandato all’Assemblea regionale. Negli ultimi tempi è stato membro della commissione Bilancio.

“Abbiamo fatto il possibile e ce l’abbiamo messa veramente tutta per salvare l’alleanza, pur in un quadro nazionale mutato e quasi impossibile, ma il Pd, arrogante, è rimasto arroccato sulle sue posizioni – ha dichiarato Di Paola -. Il partito democratico siciliano si è mostrato tale e quale a quello nazionale, col quale era venuta completamente meno la fiducia. Con queste premesse continuare a portare avanti un’alleanza che giorno dopo giorno reggeva solo sulla carta era praticamente diventato impossibile. Se si creano tutte le condizioni per una rottura, poi si devono accettarne anche le inevitabili conseguenze. Giuseppe Conte ha solo tirato le somme”. “Adesso, con forza – prosegue Di Paola, neo candidato alla presidenza della Regione per il M5s – dobbiamo ripartire subito per dare una possibilità alla Sicilia. Correremo non da soli, ma con i siciliani, come abbiamo sempre fatto in passato con ottimi risultati, che arriveranno anche questa volta, consci come siamo che per l’ennesima volta saremo dalla parte giusta, quella del cittadino, che abbiamo messo sempre al centro della nostra azione politica. Ringrazio Conte per avermi scelto come candidato presidente. Darò il massimo per ripagarlo di questa fiducia”.

“Voglio puntualizzare – aggiunge Di Paola – che Giuseppe Conte non ha mai chiesto, né ha mai avuto sondaggi sugli scenari elettorali siciliani tra le mani: la notizia per cui il M5S ha rotto in Sicilia per vantaggio elettorale è falsa, usata probabilmente per distogliere l’attenzione dal tema degli impresentabili del Pd. Ci dispiace – conclude – per Caterina Chinnici, persona corretta, ma probabilmente anche lei vittima del comportamento arrogante del Pd”.