“Il governo Musumeci? E’ nemico giurato dell’ambiente”. Lo afferma il deputato regionale 5 Stelle Giampiero Trizzino, responsabile delle politiche ambientali del M5S Sicilia, pochi minuti dopo l’approvazione dell’articolo 20 della riforma edilizia (il voto finale è stato rimandato alla prossima settimana). Si tratta della norma che Legambiente e le opposizioni definiscono un’estensione della sanatoria del 2003, che si applicherebbe alle aree sottoposte a vincolo di inedificabilità relativa. Decisivo il voto di due deputati di Attiva Sicilia, Foti e Tancredi. Si è astenuta la presidente della commissione Ambiente, Giusy Savarino. Hanno votato contro, invece, Pd e Claudio Fava.

“Il nostro emendamento che bocciava il condono edilizio non è passato per un solo voto, grazie anche ad alcuni nostri ex colleghi, ora di Attiva Sicilia – dice Trizzino -. L’aggressione al paesaggio di questa norma, che estende gli effetti del terzo condono, di berlusconiana memoria, alle aree tutelate dal paesaggio o quelle a rischio idrogeologico, è inaccettabile. Con questa norma il governo Musumeci, quello degli inceneritori, si conferma sempre di più nemico giurato dell’ambiente. Attendiamo il voto finale dell’aula, nella speranza che i deputati più avveduti capiscano il pericolo insito in questa norma”. “La legge, se approvata, finirà di sicuro nel mirino del Consiglio dei ministri. Lo chiederò io stesso”, chiosa Trizzino. Durissimo anche Barbagallo (Pd): “Siamo fermamente contrari sia eticamente che politicamente. La ricostruzione dell’assessore è falsa e tendenziosa, si sta per scrivere la peggiore pagina nella storia di questa legislatura”.

L’assessore Cordaro aveva rimarcato che “la nostra impostazione è corretta. La sentenza del Cga del 31 maggio 2012 afferma la tassatività della applicazione della legge regionale 326/2003 e cioè il recepimento del condono nazionale. In caso di mancata applicazione i sindaci potrebbero essere perseguiti in sede penale. Il parere è talmente cogente che qualche mese dopo, l’assessore Lo Bello, mio predecessore, emanerà una circolare in linea con quanto sostenuto dal Cga. Dopo due mesi d’impasse, in cui l’assessore Sgarlata ritirerà quella circolare, questa viene rimessa nel circuito normativo da parte dell’assessore pro-tempore del governo Crocetta, Maurizio Croce. Ad oggi i sindaci non sanno quale legge applicare perché i parlamenti precedenti non hanno saputo affrontare questa dicotomia. Siamo al paradosso che in Sicilia le sanatorie le possono decidere i giudici, ma non i legislatori. E non avendo una legge di riferimento, da circa 20 anni accade che si viene condannati in sede penale, e si viene assolti in sede amministrativa, avendo la sospensione del provvedimento di demolizione, oppure il contrario”.

“Non si tratta di sanatoria – ha insistito Cordaro –. Sanatoria è quando l’approvazione di una norma determina l’automatica regolarizzazione, nel caso dell’articolo 20 si tratta di vincoli relativi, e quindi il cittadino per poter sanare la sua situazione deve chiedere e ottenere il parere favorevole degli enti preposti al controllo, siano essi le Soprintendenze, il Corpo forestale, il Genio civile, ecc… Questa norma – ha assicurato l’assessore – non verrà impugnata dal governo nazionale. Male che vada avremmo costretto la Corte Costituzionale a darci un indirizzo giuridico”.

Anche Attiva Sicilia si spacca. Valentina Palmeri, che rimane nel gruppo da autonomista (si è iscritta ai Verdi), sottolinea che l’approvazione dell’art.20 è “inaccettabile”. “L’approvazione di questa sanatoria – scrive in una nota – è un brutto segnale politico, in una Sicilia segnata dal problema dell’abusivismo”. Il resto della compagnia, tra cui Foti e Tancredi, sottolineano le “solite mistificazioni per cui una legge che ha l’obiettivo di dettare regole contro ogni forma di abusivismo e che serve ad evitare assolute ingiustizie costruite sul vuoto normativo venga spacciata per una legge di sanatoria. Sono le classiche bugie tipiche di una certa politica incapace di assumersi responsabilità, o a farlo nel modo sbagliato”.