Renato Schifani poteva dire: “Signori, scusateci: abbiamo ancora da definire alcuni dettagli”. Sarebbe stato un gesto di lealtà che i partiti della maggioranza, convocati a Palazzo d’Orleans per le nomine della sanità, avrebbero certamente compreso. Invece no. Il presidente della Regione – il cui coraggio di fronte alle difficoltà puntualmente traballa – non ci ha voluto mettere la faccia e ha incaricato Marcello Caruso, il suo fedele scudiero, di montare un siparietto e accendere un pretesto per rinviare ogni decisione. Caruso ha obbedito. Travestito da leader di Forza Italia si è piazzato all’ingresso e ha vietato l’accesso a Marianna Caronia, capogruppo della Lega all’Ars, dicendo che il vertice era solo per i segretari di partito. La lite è esplosa e il confronto sulle nomine è saltato. Ricordate Cechov? “Calate il sipario su questo spettacolo disgustoso”.