Il diavolo veste Zampa

Maurizio Zamparini, ex presidente del Palermo, si scaglia sugli inglesi. Servono 20 milioni entro metà mese

Global Future Sport, la famosa cordata inglese che a dicembre, in conferenza stampa, annunciava di aver soffiato il Palermo a Maurizio Zamparini (con il suo placet), altro non è che una “società di consulenza sportiva” che non era “a conoscenza della situazione finanziaria di US Città di Palermo fino alla fine di gennaio 2019” e non ha mai “offerto finanziamenti a questo progetto” né ha mai “dichiarato che avrebbe raccolto alcun finanziamento di sorta”. Clive Richardson, il presidente dimissionario, e il consigliere John Treacy, quello che avrebbe dovuto metterci i soldi, non sarebbero altro che “burattini” nelle mani di Emanuele Facile, attuale amministratore delegato del club rosanero. E di soldi, non solo non ne hanno messi, ma non ne hanno neppure trovati.

Ecco che fine ha fatto il Palermo calcio. Una scatola vuota, senza arte né parte, incapace di mettere su una struttura societaria all’altezza e che Maurizio Zamparini, l’ultimo che di calcio sembrava capirci qualcosa, ha lasciato in eredità a un manipolo di faccendieri senza scrupoli. Da Corrado Coen, precedenti per bancarotta, che ha trattato la cessione agli inglesi; a Richardson, che non sapeva nemmeno di cosa diventasse proprietario, e infatti durante quella conferenza stampa non aprì bocca. Tutti avevano la sensazione che questa compravendita fosse un farsa: tutti tranne Zamparini, che aveva invocato pieno supporto a un gruppo di persone finalmente serie, cui voleva cedere la sua creatura che già navigava in pessime acque a causa di una gestione disastrosa, che lo ha portato dritto ai domiciliari.

Ma non è ancora detta l’ultima parola. Perché l’ex patron potrebbe addirittura ritornare proprietario del club di viale del Fante, qualora un giudice sancisse una inadempienza contrattuale da parte dei nuovi acquirenti. Che il pool di avvocati del Zampa ha messo in mora, a causa della mancata immissione di denaro liquido nel Palermo calcio (a differenza di quanto pattuito alla stesura del closing). Zamparini che fa causa a un gruppo di acquirenti che lui stesso aveva scelto per il bene del Palermo, ma che in fondo non sapevano di essere gli acquirenti reali, bensì dei consulenti. Roba da non crederci. Facile, che resta l’unico punto di riferimento di un organigramma smontato dopo appena un mese, ha incolpato gli inglesi per non averci messo un euro. E si ritrova, più o meno da solo, nella posizione di chi deve trovare immediatamente dei soldi per saldare lo stipendio ai calciatori (entro il 15 del mese) e le commesse ai fornitori (circa 115), che attendono impazienti fuori dal Barbera.

Un Barbera che rimane vuoto per le gare casalinghe di una squadra smarrita. “A me non importa dello stipendio, ma solo sapere che non siamo soli” ha detto capitan Bellusci dopo il pareggio di lunedì scorso contro il Foggia. Per tutta risposta è arrivato Rino Foschi, che ha parlato con la squadra e ha provato a tranquillizzarla, senza negare – tuttavia – che il periodo è un periodaccio. E che per uscirne serve un mistero della fede. “Ma io ho le spalle larghe e resterò al loro fianco” ha detto Foschi, parlando dritto al cuore dei calciatori. Senza dimenticare che fino a un paio di settimane fa, lo stesso direttore sportivo era stato messo alla porta dopo un furioso sfogo per il trattamento ricevuto dagli inglesi con la sessione di calciomercato aperta (“Ma ho parlato con Facile e sono vicende superate”). Foschi e Facile restano le uniche ancora di salvezza per uscire indenni da una crisi senza precedenti. Perché, restando così le cose, il Palermo non otterrà mai e poi mai l’iscrizione al prossimo campionato, qualunque esso sia. E rischia di subire una pesante penalità qualora il 15 non si provveda al pagamento degli stipendi (ipotesi di -4 in classifica).

E siccome una storia così gloriosa non può rimanere soffocata da personaggi di dubbia moralità, ecco all’orizzonte una possibile svolta. Il salvatore della patria. Raffaello Follieri. Fuori dallo stadio, su uno striscione, è stato invocato un suo intervento. L’imprenditore foggiano (trapiantato in America e vecchio amico di Bill Clinton) è intervenuto direttamente in una riunione che si è tenuta venerdì scorso a Milano per trattare la cessione del club. E ieri è arrivato in città, per seminare i germi di una transazione che va tutta verificata. “C’è un patto di riservatezza con la controparte e non posso dire molto – ha ribadito a Repubblica – Il mio impegno non è venuto meno nemmeno dopo la burrascosa trattativa con Zamparini. Ci sto riprovando, le nostre intenzioni sono serie”. In effetti quello di Follieri era stato il nome caldo dell’estate, ma Zamparini, dopo la firma di un pre-accordo, decise di interrompere ogni rapporto. Fino a qualche giorno fa quando, sull’onda lunga dell’incertezza, Follieri si è fatto nuovamente sotto, presentando un’offerta. La risposta non è ancora nota, servono tutte le precauzioni del caso. Ma in questa storia che non smette mai di stupire, qualcuno ipotizza che il Palermo, all’inizio della prossima settimana, potrebbe avere persino un nuovo proprietario. Il salvatore della patria.

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