Ma il Comune non venderà Gesap

AEROPORTO FALCONE BORSELLINO RIPRESI POCHI VOLI ALITALIA E RYANAIR AEROPORTO DI PUNTA RAISI POCHI VOLI GIORNALIERI INTERNAZIONALE DI PALERMO

La notizia è per cuori forti: il Comune di Palermo, dove in questi giorni si discute del piano di riequilibrio per evitare il default, potrebbe cedere le sue quote in Gesap, la società che gestisce l’aeroporto Falcone-Borsellino, per salvare capre e cavoli. Gesap, per inciso, è una delle poche macchine funzionanti nel parco-auto di Orlando, una delle pochissime con i conti in attivo. L’aeroporto, al netto delle difficoltà derivanti dalla pandemia (di cui vi abbiamo relazionato), è reduce da alcuni riconoscimenti internazionali, come quello di ‘miglior scalo d’Europa’ a livello di sostenibilità ambientale.

Il 31,54% delle quote di Gesap che appartengono al Comune, valgono circa 23 milioni di euro. Cioè un quarto della cifra che serve a Orlando per collazionare il piano da 80 milioni, che va varato entro la fine di dicembre. Detto che sarebbe quasi impossibile chiudere la trattativa per la cessione entro i tempi stabiliti, la sola ipotesi ha provocato un trambusto in città. Con le repliche piccate di sindacati (“Diciamo no alla vendita dei gioielli di famiglia”, diceva la Cgil Trasporti) e partiti d’opposizione, soprattutto la Lega, che hanno parlato di “proposta scellerata” del sindaco per “salvare se stesso dalla vergogna del dissesto”.

A mettere un punto a questa faccenda è arrivata, questa mattina, la nota dell’assessore Sergio Marino: “Le dichiarazioni e i comunicati che si ripetono sul tema della presunta vendita di Gesap, quale azione finalizzata a dare contenuti al piano di riequilibrio, non trovano alcun fondamento reale nelle intenzioni della Giunta. L’impegno del Comune di Palermo per il consolidamento della Gesap, confermato dai crescenti numeri di passeggeri speculari alla ribalta internazionale che la nostra città ha conquistato, non è mai mancato e saranno sempre alti la nostra attenzione e sostegno per la partecipata. Ribadisco che ogni ipotesi di vendita non trova nessun realistico fondamento nella volontà della Giunta”.

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