Tra i danni prodotti dalla politica figura SAC, la società di gestione dell’aeroporto di Catania che – dopo aver fatto affondare Fontanarossa nell’estate 2023 a causa di una ciabatta andata in corto – ha ridotto in frantumi l’altro scalo di cui vanta la gestione diretta: Comiso. Che fa il 58% di passeggeri in meno rispetto ad aprile dello scorso anno (quando andava già malissimo). L’amministratore delegato individuato da Forza Italia, Nico Torrisi, è un fedelissimo del deputato acese Nicola d’Agostino. Anche Renato Schifani è diventato un suo strenuo difensore. Inoltre, il 60% circa di Sac è in mano alla Camera di Commercio del Sud-Est, guidata – guarda caso – da un commissario: Antonino Belcuore. Anch’egli nell’universo forzista.
Il problema non è la vicinanza dei manager ai partiti, bensì un altro: la politica, così come li ha nominati, dovrebbe avere il coraggio di cacciarli quando le cose non funzionano. Il sistema integrato degli aeroporti di Catania e Comiso ha finito col favorire solo il primo: nonostante il mancato rispetto del piano degli investimenti, il “Vincenzo Bellini”, nel mese di aprile 2025, risulta il quarto più trafficato d’Italia (più di Milano Linate). Evidentemente non ha la forza, né le strutture per sostenere un simile traffico. E semmai dovesse capitare qualcosa di simile al luglio di due anni fa, le conseguenze sarebbero nefaste (per i passeggeri s’intende).
Ma ciò che colpisce e rammarica è l’anello debole di questo sistema integrato: Comiso. Ridotto a uno scalo d’emergenza, il “Pio La Torre”, funziona solo in casi eccezionali: cioè quando il vento o gli sbuffi dell’Etna rendono impraticabili i cieli etnei. Per il resto, nonostante gli investimenti milionari degli ultimi anni, si è ridotto ad avere appena quattro voli per la summer, cioè la stagione estiva. Quella in cui un territorio come Ragusa, dall’alto potenziale turistico, dovrebbe imbarcare visitatori da tutta Europa. C’è un solo volo a settimana per Parigi, un paio per Barcellona a orari improponibili, uno per Lille (destinazione francese servita da Volotea), a breve tornerà Wizzair con un collegamento per Tirana. Da Comiso, pensate, non ci si può recare neppure a Roma o Milano, perché Aeroitalia – ribattezzata come la compagnia di bandiera siciliana – circa un paio di settimane fa ha deciso di sospendere le operazioni perché poco redditizie. Prima aveva accumulato una serie di disservizi che avevano adirato i passeggeri.
Il punto, però, è un altro. Cioè che SAC cerchi sempre un capro espiatorio per nascondere i propri fallimenti – sarà colpa o no del gestore quando un aeroporto non funziona? -. E’ accaduto un paio d’anni fa con Ryanair, la compagnia che aveva realizzato a Comiso una specie di monopolio. Scomparve nottetempo per uno strappo (mai chiarito del tutto) con SAC, e neppure l’abbattimento dell’addizionale comunale da parte della Regione, prevista solo per gli aeroporti minori (con la prossima manovrina), ha convinto gli irlandesi a rimettersi al tavolo delle trattative. Un’altra responsabilità del fallimento del “Pio La Torre”, secondo la SAC, è l’assenza di intermodalità. Una di quelle parole che ogni tanto viene fuori dal dizionario stantio del turismo, come ‘destagionalizzazione’. L’intermodalità è rappresentata dalle connessioni di terra. E la provincia di Ragusa, in effetti, non ne è provvista. Ma un aeroporto servirebbe anche a questo: a superare un gap evidente, che di questi tempi è stato aggravato dalla difficoltà di percorrenza della Ragusa-Catania (lavori in corso per il raddoppio) e dalla totale afasia, o perdita di memoria, che ha colpito la politica nel procedere all’aggiudicazione (ma prima servirebbe il finanziamento) dei lotti 12 e 13 sulla Siracusa-Gela. L’autostrada da qualche tempo s’è fermata a Modica.
In pratica i cittadini di quella provincia sono tagliati fuori da tutto. L’aeroporto di Comiso sarebbe l’unica exit strategy rispetto al vortice dell’isolazionismo. E ci sarebbero anche dei soldi da utilizzare. Ormai da mesi Schifani ha programmato un investimento da 47 milioni per attivare l’area cargo; mentre l’Ars ha destinato a Comiso tre milioni l’anno (per tre anni) per incentivare nuove rotte. Lo stesso ha fatto il Libero Consorzio di Ragusa. Ma è come se non fosse mai accaduto. Nessuno vuole venire a Comiso, forse perché SAC non ha le argomentazioni necessarie per “adescare” i vettori. Eppure lo stesso Torrisi, nel corso della convocazione di qualche giorno fa all’ex provincia (con una nuova presidente che è anche sindaca di Comiso e sostenitrice delle iniziative del gestore), ha espresso ottimismo. Il solito ottimismo: “Siamo fiduciosi per tutto quello verrà con le nuove rotte grazie ai bandi e con i fondi assicurati dal Governo – ha detto l’Amministratore delegato -. Il nostro impegno, economico e personale, nei confronti di Comiso non è mai venuto meno, la novità positiva è che finalmente c’è un pieno coinvolgimento da parte della realtà territoriale. Gli aiuti economici? È la prima volta per Comiso che arriva un sostegno di questo tipo, reale e strutturato da parte della Regione. Fondi che non verranno utilizzati, come fatto in altri aeroporti, per coprire le spese di gestione che rimarranno in capo alla SAC, ma si tratta di somme che vengono destinate esclusivamente per incentivare le rotte. SAC non farà mai mancare la propria parte”.
Ok, ma i voli? Quali compagnie arriveranno? Quando? La provincia, con la gestione dell’ex commissaria Valenti, aveva pubblicato un bando (inefficace e di conseguenza snobbato). La Camera di Commercio promette di annunciare a breve cinque tratte internazionali. Per Roma e Milano, invece, si attende l’esito di un altro bando – il terzo – relativo alla continuità territoriale. Nel frattempo potrebbe tornare Aeroitalia, fresca d’addio. Una confusione sui generis: talmente surreale da sembrare studiata (a tavolino). Che qualcosa in SAC non funzioni, però, l’ha capito anche Fratelli d’Italia: “La SAC deve assumersi le proprie responsabilità dinanzi a un quadro che denota una governance fallimentare dello scalo casmeneo”, hanno detto il senatore Salvo Sallemi e il deputato regionale Giorgio Assenza. Un messaggio, neanche così velato, a chi ha messo su quelle poltrone i protagonisti dell’attuale sfacelo. Forza Italia. “Chiediamo un’assunzione di responsabilità da parte di SAC e un immediato cambio di passo a fronte dei tanti investimenti pubblici e di un territorio che merita rispetto. Auspichiamo inoltre che nel prossimo rinnovo del cda il territorio ibleo possa esprimere una figura autorevole per rappresentare le istanze della provincia e del Sud Est”.
A proposito, e qui restiamo alla politica. Lo scorso 18 aprile Schifani ha inviato una nota al commissario straordinario della Camera di commercio del Sud-Est, Antonio Belcuore, sollecitando l’approvazione del bilancio e chiedendo il rinvio della nomina dei nuovi vertici della SAC. “Tale scelta spetta agli organi della Camera di commercio, una volta ricostituiti, per assicurare una rappresentanza adeguata e il rispetto delle procedure”. In attesa della ricostituzione degli organi ordinari dell’ente, il governatore ha chiarito che “l’attuale consiglio di amministrazione della Sac rimarrà in carica” e ha assegnato a Belcuore “l’onere di procedere con immediatezza e urgenza alla composizione degli organismi entro il 31 agosto 2025”. Insomma, lunga vita ai curatori fallimentari dell’aeroporto di Comiso. I patrioti dovranno farsene una ragione.