“Quale cieca autostima ha fatto dire al nostro Ministro degli Esteri che Vladimir Putin è peggio di un animale? In questo modo il capo della diplomazia italiana dà una mano alla pace? A occhio pare in effetti un soffio in direzione della guerra”. Le parole di Giggino a proposito del guerrafondaio russo non sono piaciute al Fatto Quotidiano, il giornale diretto da Marco Travaglio. Che in un fondo editoriale firmato da Antonello Caporale va all’attacco dell’inquilino della Farnesina: “Il paradosso di Luigi Di Maio è che nei momenti cruciali della sua vita politica, che comunque è una piccola grande storia di potere, tenda a liberare un lessico da scavezzacollo che lo conduce verso prati sconosciuti. E’ questo singolare sbilanciamento tra le propria cocciuta volontà di far garrire le bandiere del nuovo moderatismo grillino con la fede nuova nel draghismo”. E l’invettiva prosegue: “Quando Di Maio era il filiale esecutore dei progetti dell’Elevato (…) strattonò Sergio Matarella oltre ogni immaginazione, annunciando il processo per alto tradimento (…) Poi ci fu il balcone di palazzo Chigi con l’annuncio dell’abolita povertà. Adesso che porta in alto il vessillo di Mario Draghi di nuovo uno slittamento imprevisto verso l’estremo. Il dubbio è che qualcuno gli voglia male e lo costringa a pronunciare parole che lui nemmeno si sarebbe sognato di dire, neanche in guerra”.