Neppure quel sant’uomo di Paolo di Tarso, che pure è riuscito a sviscerare in lungo e in largo il Mysterium iniquitatis, riuscirebbe a spiegare come mai nei palazzi della politica monta a vista d’occhio lo scandalo di Cannes mentre cala il silenzio sull’altro brutto affare, molto più corposo, che è l’appalto di mezzo miliardo per la riscossione dei tributi nei comuni: una gara truccata. Il presidente dell’Antimafia, Antonello Cracolici, ha alzato la pietra e sotto sono apparsi i vermi. Talmente aggressivi e famelici da spingere l’assessore Marco Falcone, a sospendere le procedure e a lasciare i comuni in braghe di tela. Ma dopo l’imbarazzo del primo giorno né il governo né le opposizioni hanno buttato un occhio nel verminaio per individuare colpe e complicità di un atto così avventato e devastante. Quel sant’uomo di Paolo di Tarso fuggirebbe da qui inorridito.