L’operazione “Giano Bifronte”, che ha portato ai domiciliari sette persone con l’accusa, a vario titolo, di corruzione, ha un epilogo a sorpresa. Emilio Arcuri, che da lunedì sarebbe entrato ufficialmente a far parte della nuova giunta di Leoluca Orlando, ha revocato la propria disponibilità ad assumere l’incarico. Anche se non è indagato: “Tale scelta – dice Arcuri all’ANSA – è dettata da ragioni di sensibilità politica e al fine di evitare qualsiasi strumentalizzazione che possa nuocere all’operato di questa amministrazione”.

“Confermo pieno sostegno ed ogni ulteriore collaborazione all’attività degli organi inquirenti perché si faccia piena luce su ogni ipotesi di comportamento illecito a danno della città e del programma dell’amministrazione comunale. Ho sentito Emilio Arcuri che mi ha manifestato la sua disponibilità a non ricoprire incarichi nella giunta comunale, in questa fase delicata ed anche per consentire a lui stesso e agli organi inquirenti di fare piena luce – ha detto Leoluca Orlando, sindaco di Palermo – Ho apprezzato tale disponibilità e comunico pertanto che nei prossimi giorni provvederò alla designazione del terzo nuovo assessore della giunta”.

LA CONFERENZA STAMPA DI ORLANDO

“Li Castri era un dirigente del Comune e con lui non ho mai avuto alcun rapporto personale, su Arcuri sono chiaro: ho controfirmato sempre tutte le delibere con Arcuri, e non capisco perché adesso non dovrei rinominarlo in giunta. Sono certo della sua correttezza, se scoprissi altro sarei doppiamente duro con lui. Lunedì entrerà in giunta”. Leoluca Orlando, con una conferenza stampa a palazzo delle Aquile, ha commentato la mattinata in trincea del Comune di Palermo: due consiglieri e due funzionari sono stati arrestati nell’ambito di un’inchiesta per corruzione. Il funzionario Li Castri è il braccio destro di Arcuri, da poco rinominato in giunta.

Ma il sindaco non ha alcun pentimento. Anzi, rimarca più volte il suo impegno nel settore edilizio: “Abbiamo presentato il piano regolatore proprio per mettere ordine e dare regole al settore. Il tema è capire se la linea politica dell’amministrazione è collegata o meno a quella dei comitati d’affari o della mafia. Così non è stato. Per questo la differenza con quello che accadeva negli anni ottanta è che oggi la mafia e i comitati d’affari non governano la città”. E ancora: “L’amministrazione ha bloccato i progetti di questi comitati d’affari. Se qualcuno ha commesso qualche reato pagherà e noi ci costituiremo parte civile. Ho già chiesto che l’amministrazione avvii provvedimenti disciplinari e cautelari del caso”.

“Ho già disposto al segretario generale – aveva detto Orlando all’inizio dell’incontro coi giornalisti – di dare tutta la documentazione inerente ai piani costruttivi sotto indagine alla procura. Per quello che si è appreso ritengo doveroso fare una distinzione fra le scelte politiche, le scelte amministrative e episodi corruttivi di carattere personale che devono essere colpiti con la massima durezza anche perché gettano un’ombra sul comportamento e sulle scelte politiche e amministrative di questa città”.