Nell’ultimo mese sono state eseguite 112 misure cautelari a Palermo nei confronti di indagati nello spaccio di stupefacenti, oltre la metà dei quali percepivano il reddito di cittadinanza. Questo il bilancio delle ultime operazioni antidroga nei diversi rioni del capoluogo: il 2 novembre allo Sperone 58 misure, il 23 novembre alla Vucciria 11 misure; il 30 novembre a Passo di Rigano 12 misure. Questa mattina 31 tra Partanna Mondello, Borgo Nuovo e San Giovanni Apostolo (ex Cep). Di questi, 62 sono stati arrestati, 32 denunciati. Sono state inoltre sequestrate 15 chilogrammi di droga e 500 dosi. Sequestrati anche 8 mila euro. Segnalati 107 clienti alla Prefettura. Il giro d’affari è di 3 milioni di euro. Sui 112 destinatari di misure cautelari, 60 percepivano il reddito di cittadinanza con un esborso per lo Stato di circa mezzo milione di euro annui.

Nell’operazione di questa notte fra Partanna Mondello, Borgo Nuovo e il Cep, i Carabinieri hanno dato esecuzione a 31 provvedimenti cautelari (8 in carcere e 23 agli arresti domiciliari) per le ipotesi di reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e spaccio di sostanze stupefacenti. Nell’indagine si contesta l’esistenza di tre associazioni criminali, strettamente interconnesse, dedite al traffico di sostanze stupefacenti, che si sarebbero rifornite nel quartiere Ballarò per poi smerciare le sostanze stupefacenti principalmente nelle zone di Partanna Mondello, Borgo Nuovo e San Giovanni Apostolo (ex C.E.P.), con ramificazioni anche nei quartieri più centrali della città.

Secondo l’ipotesi accusatoria, le tre compagini avrebbero utilizzato i rispettivi appartamenti per effettuare le cessioni al dettaglio, nonché pusher per estendere l’illecita attività di vendita anche su piazza. Gli indagati avrebbero avuto a disposizione magazzini, appartamenti ed esercizi commerciali per riunioni nel corso delle quali decidere le strategie dell’organizzazione, nonché per lo stoccaggio e lavorazione dello stupefacente. In particolare, in una macelleria riconducibile ad uno degli arrestati, anche tramite i macchinari utilizzati nella quotidianità per la lavorazione e il commercio dei prodotti di origine animale, sarebbero state smistate grosse quantità di droga; il giro d’affari è presuntivamente stimabile in circa 500.000 euro su base annua.