Tra le dichiarazioni rilasciate ieri per onorare la memoria di Alberto Della Chiesa, massacrato 43 anni fa dalla mafia, ha assunto un particolare risalto quella di Gaetano Galvagno. Paradossalmente è saltata agli occhi prima delle parole pronunciate da Sergio Mattarella. E il motivo è semplice. Della Chiesa – ha ricordato il Capo dello Stato – “si spese con rigore” oltre che contro la mafia e il terrorismo, pure “contro l’illegalità”. Un rigore che il presidente dell’Ars non ha praticato con altrettanta determinazione. La procura di Palermo lo accusa di corruzione e le intercettazioni offrono di lui un’immagine non proprio edificante. Per carità, lo stato di diritto ci ricorda che sui sospetti deve sempre prevalere la presunzione di innocenza. Ma è difficile, anche per i garantisti, sottrarsi alla tentazione di dire che forse Della Chiesa si rivolta nella tomba.