Centodiciannove casi nell’ultima settimana, rispetto ai 39 della precedente. Mai così tanti da aprile. Avrà anche perso virulenza, ma il Covid in Sicilia ha ripreso a circolare. Merito (o colpa) delle invasioni via mare. Tanti migranti sono risultati positivi al tampone e “costretti” a mettersi in quarantena. Ma parecchi focolai – dalla chiesa evangelica di Misterbianco, in provincia di Catania, passando per l’istituto ortopedico di Ganzirri, a Messina – hanno contribuito ad elevare il numero. Gli attuali positivi sono 281, esattamente 100 in più rispetto ad una settimana fa, con 19 guariti in tutto. Per la terza di settimana di fila, però, non ci sono state vittime. Sono aumentati, invece, i ricoveri: passati da 17 a 39, con tre persone in terapia intensiva.

Anche l’Istituto Superiore di Sanità ha certificato che la situazione in Sicilia sta evolvendo non certo in maniera positiva. L’Isola, infatti, è tra le 8 regioni con un Rt (tasso di contagiosità) superiore ad 1, come dicono le ultime rilevazioni. Al secondo posto, addirittura. “Comanda” il Veneto, con 1.66, Seguono la Sicilia (1.55), la Campania (1.44), entrambe la scorsa settimana sotto il valore soglia di 1. La Lombardia e il Piemonte invece si attestano ad un valore inferiore: 0.96 per la prima e 0.87 per la seconda. Anche come tassi di crescita dei singoli casi giornalieri, ben oltre il 100% complessivo settimane, la Sicilia è nettamente tra le peggiori della Penisola. La consolazione è che la stragrande maggioranza dei “nuovi positivi” è asintomatica. E che da stasera arriverà a Lampedusa una nave-quarantena per i migranti, che verranno messi in isolamento per 14 giorni prima di essere smistati nei centri d’accoglienza dell’Isola (da dove, sempre più spesso, provano a darsi alla fuga).