Da Helg a Montante. Fino ad Antonio Candela che era stato messo al vertice della ricca sanità palermitana perché era un uomo di sincera fede antimafia, perché mai avrebbe accettato una tangente, perché mai avrebbe ceduto a un tentativo di corruzione, perché la sua intransigenza e la sua trasparenza erano sotto gli occhi di tutti. Al punto che non faceva un passo senza che la scorta – e che scorta – vigilasse su di lui. Stanotte è finito agli arresti domiciliari. Certo, da tenace garantista dico che la verità deve essere ancora fissata da una sentenza definitiva. Ma poi ascolto le intercettazioni, con la sua voce e i suoi traccheggi, e inevitabilmente mi pongo una domanda. Quale credibilità è rimasta a tutti quei paladini dell’antimafia che, con le loro scorte, si spacciano per eroi? Che tornino, se ne hanno la forza, le lenzuola bianche. Tutto il resto è muffa.