Anche per la vaccinazione in Sicilia, come per la maggior parte delle attività quotidiane, vige la regola dell’incertezza. D’altronde siamo abituati a questo approccio legato al destino, alla fortuna, alla luna calante o crescente. Siamo ben consapevoli che se dobbiamo sbrigare delle commissioni legate a qualche ufficio pubblico non siamo mai sicuri se la commissione andrà a buon fine. L’ufficio sarà operativo? e se sarà operativo che tipo di turno ci aspetterà? Fisico, verbale, scritto? Di sicuro l’operatore che ci troveremo di fronte sarà un elemento determinante per la riuscita della nostra avventura. Gli staremo simpatici? Sarà di buon umore? Sarà ad inizio o a fine turno? Queste variabili sono fondamentali per la vittoria o la disfatta. Queste sono le solite domande che ci poniamo prima di addormentarci e che non ci fanno chiudere occhio la sera prima della nostra avventura.

E questo è il motivo che ci spinge a cercare automaticamente un “contatto”, un ”amico” che ci spiani la strada all’ufficio anagrafe, all’agenzia delle entrate, all’inps, o in qualsiasi altro ufficio pubblico. Anche la vaccinazione in Sicilia è regolata dalla regola dell’incertezza. Ti può andare bene se sei fortunato, così come ti può andare male se non lo sei. Il turno per esempio. Da quando è aperto l’hub vaccinale in fiera ogni giorno viene “sperimentato” un turno diverso per accedere al padiglione dove poi le cose sembrano procedere in maniera ordinata. Un giorno ci si iscrive in fogli volanti, un altro giorno si fa un turno fisico al muro di via Sadat. Un altro giorno ancora l’addetto al cancello chiama in adunata coloro che fanno parte di una determinata fascia oraria. Le cose si complicano se quel giorno più categorie sono convocate per la vaccinazione. Come organizzare la turnazione? Non si capisce per esempio perché un giorno le forze dell’ordine debbano godere di una corsia preferenziale solo mostrando il “distintivo”, rispetto alla categoria degli insegnanti o alla categoria degli operatori sanitari e il giorno dopo invece fanno la fila come gli altri. Il risultato della regola dell’incertezza è che un giorno può capitare di aspettare dieci minuti, il giorno dopo si superano le 4/5 ore prima di poter accedere all’interno del padiglione. E’ inutile sottolineare che non sono stati allestiti posti a sedere all’esterno, pensiline e/o gazebo per riparare i vaccinandi, anche soggetti fragili, dai capricci metereologici e inoltre i bagni chimici sono troppo lontani per poter essere utilizzati anche perché si rischia di perdere il turno.

In tutte le interviste il commissario all’emergenza Covid di Palermo Renato Costa giustificava candidamente le lunghissime code e i conseguenti disagi dei cittadini spiegando che si erano presentate tante persone senza prenotazione e che comunque si tentava di accontentare tutti quelli in target anche se non prenotati! Ecco cosa ci frega: l’elasticità. Oramai sei qui e hai fatto la coda e io non ti posso rimandare a casa senza vaccinarti anche se sei senza prenotazione. La situazione non cambia al CTO in via Cassarà. Anche in questo caso per accedere al padiglione adibito alla vaccinazione impera la confusione e l’assembramento con l’aggravante che la maggior parte dei vaccinandi al CTO sono over 80. L’altro giorno per esempio ho accompagnato mio padre over 80 al CTO e in concomitanza era prevista la vaccinazione della categoria di lavoratori appartenenti all’INAIL. Penso che se non fossi stato presente, difficilmente mio padre sarebbe riuscito a vaccinarsi tanta era la confusione.

Si racconta che un giorno successe l’imprevedibile. Tutti i tasselli del puzzle coincidevano e come per magia la situazione cambiò all’improvviso. Quel giorno tutto sembrava filare liscio come in un hub vaccinale olandese o tedesco. Tutti si guardavano un po’ spaesati come se non fosse possibile quello che stavano vivendo e che stava accadendo. I turni orari rispettati, le code scomparse, anche i posteggiatori delle vie vicine alla fiera non si vedevano più…..Ma durò poco perché a metà di quel pomeriggio l’improvvisa notizia dello stop delle somministrazioni del vaccino astrazeneca arrivò come un fulmine a ciel sereno. E tutto ritornò come prima….caos e incertezza…anzi la situazione peggiorò in quanto si unirono alle categorie degli over 70, insegnanti e forze dell’ordine i soggetti fragili. Anche loro, come tutti gli altri, anzi peggio degli altri, dovettero subire l’umiliazione di un’attesa senza fine aggravata dalle difficoltà di essere un soggetto fragile…“Del doman non v’è certezza” recitava un verso di Lorenzo de’ Medici che poco aveva a che fare con la nostra terra ma che ben si addice al fatto che l’incertezza sulle procedure di un determinato servizio è sempre stato e penso sempre sarà una “certezza” della nostra amata Sicilia.