“Una scossa liberale”, al centrodestra e alla sua Forza Italia che “galleggia all’8-9%”. Non ne vuole sapere di “correnti polverose”, ma Roberto Occhiuto parla da leader nel tempio romano del berlusconismo. Un discorso lungo, accorato, sulle liberalizzazioni, la riforma della giustizia da “intestarci”, i diritti civili da ridiscutere. Davanti a ventuno parlamentari di FI presenti, viene citato il sindaco di NY Mamdani e mai Antonio Tajani, anche se il leader azzurro “è una bravissima persona”, certifica Matilde Bruzzone in Berlusconi. “Serve più umanità in politica”, confessa la moglie del nipote del Cav, come “quella di Pepe Mujica”. Rivoluzione uruguayana a Palazzo Grazioli.
Non sarà una nuova corrente, come si affrettano a dire tutti i presenti, ma ragazzi c’è un’aria frizzantina a Roma. I tempi non sono più quelli di Silvio eppure il contesto è lo stesso e i giornalisti appollaiati all’ingresso non mancano. Attendono tutti lui, Occhiuto, il governatore della Calabria dimesso e ricandidato e vittorioso, “un vero liberale”. Almeno così è vezzeggiato da Andrea Ruggieri, organizzatore dell’evento “In libertà – Pensieri liberali per l’Italia”. Ex deputato azzurro, elegantissimo in cravatta Hermes, fa da chaperon: “Quella veranda lì era il mio ufficio”.
Le scorte strombazzano, ecco i primi parlamentari di Forza Italia, da Licia Ronzulli ad Alessandro Cattaneo che non veniva qui “dai tempi d’oro”, appare Claudio Lotito col cellulare all’orecchio, in ritardo (per motivi d’aula) Giorgio Mulè, è di casa Rita Dalla Chiesa, manca Deborah Bergamini in viaggio a Londra, il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto non suona il suo jazz al pianoforte ma si accomoda in prima fila. Presenze “coraggiose”, le battezza Occhiuto, perché tutti qua parlano di corrente, roba mai vista in FI, e mollare lo scranno mentre Tajani osserva (da Milano) è già un segnale. Continua su Huffington Post


