Gentile direttore, Siamo a pochi mesi dall’insediamento del governo Musumeci, che tra i primi atti ha promosso un radicale rinnovamento dei dirigenti regionali, una ricognizione seria di ciò che si è trovato, o meglio che non si è trovato, nei cassetti, con la scadenza incombente del 31 dicembre in cui si dovranno spendere e certificare quasi 790 milioni di euro di fondi europei a rischio disimpegno, di cui solo 7 milioni certificati dal governo crocetta, e una serie di emergenze rinviate da un ventennio, tra cui acqua e rifiuti, diventate occasione di guadagno facile per pochi a danno di molti, nel silenzio compiacente di politica e burocrazia.
Ebbene a sei mesi dall’elezione di Nello Musumeci Presidente, la richiesta pressante che arriva da più parti è di fare qualcosa di eclatante, populista, scrusciusa!
Ai tempi dei premier annunciati su Facebook, e di alleanze politiche sigillate su Instagram, quasi stona vedere un Presidente che declina l’invito di Giletti con un “No, grazie. Io lavoro e taccio.” E si perché di lavoro ce n’è da fare, eccome!
C’è da mettere un punto sulle arroganti speculazioni di pochi che non si preoccupano neanche di fornire un servizio idoneo ai cittadini, facendo finalmente un piano dei rifiuti e una normativa di settore.
C’è da rivedere i rapporti di sudditanza con lo Stato, a partire dalle norme economiche dello Statuto, passando per il nuovo contratto con trenitalia e con l’Anas.

C’è da pretendere di essere trattati con dignità, quella dignità che per troppi anni è stata svenduta.
C’è da riformare la dirigenza sanitaria e fornire a chi ci lavora finalmente stabilità e prospettiva, tante eccellenze non devono essere più mortificate, e tanti sprechi non possono essere più consentiti.
C’è da dare forza e sostegno alle piccole e medie imprese siciliane, mortificate dai tanti bandi che li hanno escluse dai finanziamenti a favore delle grandi aziende.
C’è da riorganizzare turismo e beni culturali, senza farne terra di conquista per predatori avventurieri, ma utile strumento di promozione e fruizione.
C’è veramente tanto da fare, e soprattutto c’è da ritrovare dignità e orgoglio di essere siciliani, e questo lo si può fare solo raggiungendo risultati importanti nel tempo, lavorando lontani dall’ansia della ricerca del clamore immediato, come sta facendo bene il Presidente Musumeci.

È una questione di prospettiva, di lungimiranza e di sobrietà.
La politica deve dare buoni esempi, non scoop, non teatrini.
Ne abbiamo avuto fin troppi di teatrini in questi anni, e oggi più che mai vediamo quanta ipocrisia e falsità celassero.
Con Musumeci nè pupi, nè pupari.
La credibilità di chi lavora in silenzio detta un cambiamento di stile e chissà, che questo non possa essere il vero clamore, il vero scoop, la cosa scrusciusa di cui anche la politica nazionale ha bisogno.