La pretesa della verità, ovvio. Ma anche un sentito ringraziamento. E’ quello ricolto da Lucia Borsellino, la figlia maggiore di Paolo, alle procure di Messina e Caltanissetta “per il lavoro complesso e difficile” svolto dai magistrati dei due uffici. Lucia ha rotto il silenzio alla vigilia della ventisettesima della ricorrenza della strage di Via d’Amelio: “Da parte nostra – ha detto Lucia in una intervista all’Adnkronos – c’è piena fiducia nel lavoro che sta compiendo la Procura di Caltanissetta, e anche nel lavoro che sta facendo da alcuni mesi la Procura di Messina. Stanno lavorando alacremente e senza trascurare nulla”. La Procura di Caltanissetta, guidata dal Procuratore Amedeo Bertone, rappresenta l’accusa nel processo per il depistaggio sulla strage di via D’Amelio che vede alla sbarra tre poliziotti. Mentre il Procuratore di Messina Maurizio de Lucia coordina l’inchiesta che vede indagati due magistrati, Annamaria Palma e Carmelo Petralia, per calunnia aggravata in concorso. A Caltanissetta Lucia non si è vista per le udienze, a differenza del marito e della sorella minore Fiammetta: “Io lavoro fuori dalla Sicilia – spiega – e non posso essere presente, la presenza della mia famiglia ha un significato per il fatto stesso che c’è. E non certo perché non abbiamo fiducia, anzi tutt’altro. Ci tengo molto a sottolinearlo, perché i magistrati stanno facendo un lavoro molto, molto complesso, reso ancora più difficile sia dal tempo trascorso ma soprattutto dalle evidenze emerse su uno dei più gravi depistaggi della storia giudiziaria italiana. Perché non è sicuramente facile ricostruire i pezzi della storia dopo tutto quello che è accaduto”. Un pensiero in controtendenza rispetto a quello dello zio Salvatore Borsellino, che qualche giorno fa, durante la presentazione di un libro, aveva criticato aspramente la Procura di Caltanissetta.