Basta taliarla quella scheda elettorale di Siracusa per capire che nella capitale della magnagrecia accadono cose singolari assai.

Perché in campo ci sono 7 candidati a sindaco e 19 liste, di cui 8 (il 42%) appoggiano lo stesso aspirante primo cittadino, Ezechia Paolo Reale. Lui, se i voti fossero proporzionali ai candidati, sarebbe già sindaco, perché a noi siciliani ci piace farlo strano e quindi vinci “al primo colpo” non se prendi il 50%+1 ma solo il 40% dei voti. Crocetta dixit e fecit. E ho detto tutto.

L’avvocato Reale, segaligno, alto alto e secco secco, immagine vagamente “zombie”, è il candidato del centrodestra ufficiale (Forza Italia con Stefania Prestigiacomo e Fratelli d’Italia) e di una compilation di liste civiche o pseudo-tali fra cui il neo-UDC che vanta un commissario regionale (sosia di Groucho Marx), un commissario provinciale, e un commissario comunale (più che un partito è una questura). La coalizione è politicamente variopinta. Conta infatti candidati, e pure assessori designati, ex componenti della maggioranza e anche della giunta del sindaco uscente Garozzo (Pd). E d’altro canto Reale, che nasce radicale, è stato assessore comunale all’urbanistica col centrodestra ma anche assessore regionale con il centrosinistra.

Essendo favoriti (e numerosi), i candidati supporter di Ezechiele si sono attirati le attenzioni degli avversari. In particolare quelle di Fabio Granata, ex un sacco di cose, candidato a sindaco sostenuto da due liste trasversali ma con evocazioni “musumeciane” (“Diventerà Bellissima” è una delle due). Granata ha imperniato la sua battaglia su cultura e legalità. E a proposito di legalità ha consegnato al Prefetto una lista di presunti “impresentabili” che sorreggono Reale, creando qualche imbarazzo allo zombie e moltissima schiumazza sui social. A scorrere i nomi di alcuni presunti “impresentabili” che sono usciti sulla stampa pare davvero che qualche personaggio problematico ci sia. Ma ci sarebbe sia pure una omonimia con un candidato indicato dai media erroneamente come poco presentabile.

E c’è anche la Lega con aspirante sindaco Ciccio Midolo (ex assessore di FI) e fra i più attivi tale Giovanni Napolitano, picciottazzo atletico, che s’era proposto, ma invano, candidato primo cittadino dei cinquestelle. Lui allora s’è presentato con Salvini e dai social cannoneggia gli ex amici grillini (che alle politiche in città, tanto per capirci, hanno preso il 55%).

Loro, i Cinquestelle, candidano una signora che organizza feste per bambini, Silvia Russoniello, digiuna di politica e quindi in linea col mood del movimento. E’ lei la vera incognita del 10 giugno. Nel 2013 i grillini in città presero 22 mila voti (il 35%) alle politiche e 2392 voti (il 4%), pochi mesi dopo, alle amministrative. Se si ripeterà il flop locale la partita sarà aperta, altrimenti non ce n’è per nessuno.

La sinistra, uscita con le ossa a pezzi dall’uno-due di regional e politiche, è (sorpresona!) divisa. Il Pd ufficiale con tre liste, una di partito e due civiche, candida Fabio Moschella, imprenditore, un passato da dirigente politico dai tempi del Pci, sostenuto anche dall’area che esprime l’ormai unico deputato regionale (a Roma non è andato nessuno) Gionni Cafeo, e che fa riferimento all’ormai ottantenne Gino Foti, capo della DC nella seconda metà del ‘900.

L’uscente Garozzo, amico personale di Renzi, dopo una lunga ammuina s’è ritirato lasciando spazio al suo vicesindaco Francesco Italia, bel giovanotto con un passato milanese (dalle parti della Moratti) e grande appeal politico ma anche umano. Italia, sostenuto da tre liste pure lui, è in qualche modo “l’uomo nuovo” della scena pubblica siracusana. Ma la competizione con Moschella rischia di essere letale per entrambi.

Il resoconto della giostra pazza siracusana si chiude con la candidatura progressista e “di testimonianza” di Giovanni Randazzo, avvocato, stimatissimo, che ha raccolto attorno a se l’intellighentzia radicale (e chic) e ambientalista della città. Cioè un gruppo di amici di indubbio peso culturale e frenesia pubblicistica ma di molto molto dubbia dote di voti.

Il 10 giugno l’estrazione finale. Non si escludono colpi di scena.